La Sala Ticozzi fa due volte sold out per i Ragni di Lecco nel 50° della conquista della vetta patagonica
“Una delle grandi imprese dell’alpinismo mondiale che viene ricordata ancora a distanza di 50 anni”
LECCO – Pienone per il doppio appuntamento in Sala Ticozzi, dedicato ai Ragni di Lecco nel giorno del 50° della conquista del Cerro Torre avvenuta il 13 gennaio 1974, quando alle ore 17 e 45 minuti, Casimiro Ferrari, Pino Negri, Mariolino Conti e Daniele Chiappa arrivano in cima sull’inviolata cima del Cerro Torre (3128 metri, Patagonia) passando della celebre Parete Ovest.
Il primo appuntamento, su invito, ha preso il via alle 17, con i saluti della vice presidente della Comunità del Lario Orientale Marina Calegari, del consigliere regionale Giacomo Zamperini, della presidente della Provincia Alessandra Hofmann e del sindaco di Lecco Mauro Gattinoni.
Quindi, la moderatrice Sara Sottocornola ha invitato sul palco i “ciceroni” per un lungo ed esaustivo racconto di quella che è stata definita “una delle grandi imprese dell’alpinismo mondiale che vengono ricordate ancora a distanza di 50 anni”.
A riavvolgere il nostro della storia sono stati il giornalista Giorgio Spreafico e il Ragno di Lecco Serafino Ripamonti, i quali hanno accompagnato il pubblico in un tuffo nel passato alla scoperta e riscoperta dell’affascinante storia del Cerro Torre e di quella che è stata la grande impresa compiuta dai Ragni di Lecco.
Il lungo excursus ha visto anche gli interventi del Ragno Piero Ravà, uno dei protagonisti del tentativo del ’70, di Felice Anghileri presidente del Ragni di Lecco in quel gennaio del 1974 e di Giuseppe Lanfranconi, uno dei Ragni che in quella spedizione vittoriosa dovette rinunciare alla vetta insieme ad altri compagni. “E’ pesato a tutti dover rinunciare – ha ricordato – Ma eravamo un gruppo e quella scelta è stata determinante per consentire a Miro, Pino, Mariolino e Ciapìn di restare in quota con ancora un po’ di viveri e trovare la finestra giusta per raggiungere la cima inviolata del Torre”.
A concludere la serata gli interventi della figlia di Casimiro Ferrari, Laura e del fratello di Daniele Chiappa, Roberto. “Sia Carlo Mauri che Riccardo Cassin sono stati mentori di mio padre Casimiro – ha ricordato Laura – e nell’occasione del Torre, Riccardo lo ha supportato, si è messo da parte, gli ha lasciato fare il capo spedizione cosentendogli di gestire tutto il programma. Se oggi fossi qui con noi, sarebbe molto fiero di questa serata. Colgo l’occasione per ringraziare tutti gli enti e le persone fisiche, così come le famiglie Mauri e Cassin, che mi hanno aiutata nell’organizzazione di una serie di iniziative che scandiranno questo 2024″. Laura, commossa, ha riservato poi un pensiero e Mariolino Conti, scomparso sui monti valtellinesi dallo scorso 14 novembre, dopo essere uscito per una camminata e non più rincasato.
Robi Chiappa ha invece spiegato il motivo per cui quell’anno in Patagonia ci andò il fratello Daniele: “Semplicemente avevamo una piccola azienda da portare avanti. Tutti e due non potevano andare. Io ero stato in Patagonia nel 1970, quindi toccava a lui”. Sul successo della spedizione nessuna invidia: “Sono sempre stato contento e orgoglioso per quello che è riuscito a fare Daniele insieme ai compagni di spedizione”.
Alle 20.45, il secondo dei due appuntamenti, sempre in una Sala Ticozzi al completo, presentato da Alberto Benini, scrittore ed esperto di storia dell’alpinismo durante il quale sono intervenuti: Roberto Chiappa, Laura Ferrari e Marta Cassin.