11^ edizione del tradizionale appuntamento organizzato dall’Associazione Filodrammatica Oltre Confine
“Ogni anno che passa l’evento registra una crescita e questo è molto bello”
CARENNO – Una edizione decisamente partecipata quella svolta sabato 3 febbraio per l’evento “Luci di solidarietà”, la camminata benefica nata per ricordare l’alpinista bergamasco Mario Merelli e a sostegno del Kalika Family Hospital da lui creato insieme al compagno di spedizioni Marco Zaffaroni.
Soddisfatto Giuseppe Capoferri, presidente dell’Associazione Filodrammatica Oltre Confine, che ormai da 11 anni organizza la fiaccolata: “Il meteo quest’anno è stato particolarmente favorevole, ma ogni anno l’evento registra una crescita e questo è molto bello. Abbiamo cercato di mantenere vivo l’appuntamento anche durante il difficile periodo del Covid con l’unico scopo di sostenere il Kalika Family Hospital“.
Un evento che è il frutto della collaborazione di molte persone: “Un ringraziamento particolare a Mirko Bussolati e al Gruppo Alpini di Carenno che sin dalla prima edizione offrono il ristoro in vetta al Monte Tesoro. Un altro ringraziamento a Gianmario Maver e al gruppo Beck per il prezioso supporto. Non voglio dimenticare nemmeno l’Associazione Coro che ha messo a disposizione i bus navetta, gli autisti Mario Tonani e Paolo Sibella e la Croce Rossa Valle Imagna per l’assistenza”.
Evento che gode anche del sostegno di Associazione Bistari Bistari, Comuni di Costa Valle Imagna, Carenno e Torre de Busi, Cai di Bergamo, Pro Loco di Costa Valle Imagna, Pro Loco di Carenno, Gruppi alpini di Carenno e Costa Valle Imagna, il gruppo I Beck e il Gruppo G.A.M.O. (Gruppo Amici Monte Ocone).
I partecipanti partendo dal laghetto del Pertus hanno raggiunto il Monte Tesoro per poi proseguire fino a Valcava. La serata è proseguita con una cena conviviale dove Marco Zaffaroni ha raccontato dell’attività del Kalika Family Hospital in Nepal. Insomma, anche quest’anno è stato un bell’appuntamento tra montagna e solidarietà, l’appuntamento è per il 2025…
Ringraziamo Matteo Ratti per le fotografie