Lo scorso 10 febbraio conquistata la “cumbre” lungo la mitica parete Ovest
Autori dell’impresa che celebra il 50° anniversario i Ragni Dimitri Anghileri e Matteo Piccardi con Giulia Venturelli, Federico Martinelli, Mirko Masè e Luca Tenni
LECCO – Una strepitosa avventura ma, soprattutto, un sogno che si avvera: gli alpinisti Dimitri Anghileri, Matteo Piccardi (Ragni di Lecco) e Giulia Venturelli hanno salito la parete Ovest del Cerro Torre lo scorso 10 febbraio lungo la mitica via dei Ragni, di cui quest’anno ricorre il 50esimo anniversario. Insieme a loro un’altra cordata composta da Federico Martinelli, Mirko Masè e Luca Tenni.
Anghileri, aspirante Guida Alpina e membro dei maglioni rossi come Piccardi, Guida Alpina, è rientrato sabato 17 febbraio dall’Argentina dopo 50 giorni. E’ lui a raccontarci alcuni aneddoti dell’impresa, non programmata: “Non avevamo intenzione di scalare il Cerro Torre, non questa volta – spiega – volevamo arrampicare su roccia ma le condizioni non erano propizie. Avremmo dovuto rientrare in Italia, poi abbiamo dato un occhio alle previsioni meteo: incredibilmente davano una finestra di bel tempo di ben quattro giorni divenuti poi uno e mezzo. Così abbiamo deciso di provare il Cerro Torre, risalendo la via dei Ragni, insieme a Federico, Mirko e Luca, Guide Alpine che conoscevamo e abbiamo incontrato proprio in Patagonia”.
Rimandato il rientro e acquistato un altro biglietto, il 7 febbraio i sei sono partiti alla volta del Cerro Torre, percorrendo i 45 km di avvicinamento alla base della parete: “Ci abbiamo messo due giorni, a causa del maltempo – ricorda Dimitri – le previsioni davano 4 giorni di bello ma la Patagonia è così, imprevedibile. A metà dell’avvicinamento c’è questo bivacco dove ci siamo fermati, trascorrendo una giornata a fare niente, aspettando che il meteo migliorasse. L’indomani ci siamo portati sotto la parete e il giorno seguente abbiamo attaccato la via, l’abbiamo salita quasi tutta, fermandoci a bivaccare sotto il fungo finale: una notte indimenticabile”.
La mattina del 10 febbraio le due cordate conquistano la vetta: “Siamo rimasti pochissimo, il vento sembrava portarti via – continua Dimitri – il tempo di guardarci intorno e siamo scesi. Ci abbiamo messo altri due giorni a tornare al villaggio, in totale siamo stati in giro sei giorni”.
L’emozione è ancora grande: “Da alpinista e da membro dei Ragni questa salita ha davvero un significato speciale, fatta poi in un anno così importante e soprattutto con questi compagni. La salita del ’74 di Casimiro Ferrari, Mario Conti, Daniele Chiappa e Pino Negri e tutto il resto del gruppo è qualcosa di assurdo, immensi”.
Le due cordate come spiegato hanno scalato separate ma la progressione è avvenuta praticamente in gruppo: “Federico Martinelli è stato certamente l’uomo chiave nella salita insieme a Piccardi – commenta Dimitri – è stata una scalata tosta ma che abbiamo affrontato con spirito di squadra, e ne sono felice. Il gruppo c’era, Giulia è la mia compagna e Matteo Piccardi mi ha praticamente insegnato ad andare in montagna, sono stato felice di condividere con loro questo traguardo”.
Ad applaudire l’impresa, da casa, il Gruppo dei Ragni, ovviamente, ma anche il Cai di Lecco e i tantissimi amici e sostenitori: “E’ sicuramente un bellissimo omaggio ad un pezzo della storia dell’alpinismo in un anno cosi significativo, complimenti a tutti” il commento del presidente dei Ragni Luca Schiera.
Dimitri conclude: “Ringrazio tutti coloro che ci hanno seguito e sostenuto, gli amici, gli sponsor. Il viaggio non era partito nel migliore dei modi, i nostri bagagli sono andati persi e abbiamo dovuto recuperare tutto il materiale, per fortuna da casa si sono prodigati per farcelo avere il prima possibile…un bellissimo spirito di gruppo, che poi è quello che caratterizza i Ragni, di cui sono fiero di far parte”.