Campo di lavoro Monti di Brianza: 253 volontari uniti per la tutela del territorio

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La sinergia tra Parco del Curone, associazioni e volontari ha reso possibile anche quest’anno il campo di lavoro Monti di Brianza

Tante le persone impegnate, per sei mattinate di lavoro, in interventi di tutela e manutenzione dei sentieri e del territorio brianzolo

MONTEVECCHIA – Dallo sfalcio di erbacce e infestanti alla potatura di siepi, passando dalle pulizie alla sistemazione di scalinate, sentieri e smottamenti, senza dimenticare tinteggiature di stanche e tavoli. Sono stati corposi e hanno riguardato diversi angoli del Parco del Curone, comprese anche le zone del Monte di Brianza da poco entrate a far parte dell’ente sovracomunale con sede a Cascina Butto, i lavori effettuati durante il campo di lavoro Monti di Brianza, organizzato dalle Gev (guardie ecologiche volontarie) e dal gruppo Volontari del Parco Regionale di Montevecchia e della Valle del Curone insieme al Cai di Calco (che storicamente si occupa della manutenzione dei sentieri sul Monte di Brianza con la squadra antincendio boschivo (ora Avaib) di Olgiate Molgora), ai volontari Antincendi Boschivi (Avaib) di Olgiate Molgora; all’associazione Monte di Brianza di Calco con l’innesto, da quest’anno, degli Amici di Tino di Aizurro di Airuno.

Un’esperienza vincente dal 2017

Un’esperienza virtuosa che si ripete dall’estate del 2017 e che quest’anno è stata capace di richiamare 253 persone, che si sono rimboccate le maniche per sei mattinate di lavoro tra tra luglio e agosto, il sabato e la domenica.
Nello specifico, 80 sono volontari afferenti al Parco, 45 al Cai, 34 all’Avaib, 13 all’associazione Monte di Brianza, 13 all’Associazione Amici di Tino e 68 volontari esterni, con una partecipazione media di circa 42 persone al giorno. Da segnalare anche il contributo fornito, durante un fine settimana, dai volontari impegnati nel campo di lavoro internazionale organizzato dalla “Cooperativa Liberi Sogni” a Cascina Rapello di Airuno.

 

Il ruolo del Parco del Curone

In cabina di regia il Parco del Curone, che ha offerto un sostegno logistico ed economico a tutta l’iniziativa che si è contraddistinta, anche quest’anno, come un attestato di amore verso il territorio. Ne è consapevole il presidente Marco Molgora che, oltre a una grande soddisfazione, esprime anche “la gratitudine a tutte le persone e le associazioni che si sono impegnate per la realizzazione del campo di lavoro. Grazie e loro è stato possibile anche quest’anno effettuare importanti interventi di manutenzione e di recupero di elementi naturali e del paesaggio che arricchiscono il patrimonio ambientale, storico e culturale nostro Parco. Il numero dei partecipanti dimostra che c’è un’attenzione diffusa per questo nostro bellissimo territorio”.

Le Gev e i volontari del Parco

A una terra da riscoprire e valorizzare guarda anche Giovanni Zardoni, coordinatore delle Gev e del volontari del Parco del Curone, che, oltre a ringraziare tutti i volontari per l’ulteriore impegno profuso che va a sommarsi a quelli ordinari già di per sé molti intensi, sottolinea che “la qualità dei lavori di manutenzione e recupero effettuati dimostra che solo con queste iniziative si può riuscire ad effettuare interventi diffusi nei nostri territori da riscoprire e tutelare. Un grazie in particolare agli “Amici di Tino” di Airuno e ad alcuni volontari afferenti al Comune di Valgreghentino che per la prima volta si sono messi in gioco in prima persona anche in questa iniziativa, un bel segnale rispetto all’ampliamento del Parco nei territori comunali di Airuno e Valgreghentino”.

Nella squadra anche il Cai Calco

Soddisfazione arriva anche dal Cai Calco, con il presidente Matteo Fumagalli, che rimarca come “la nostra partecipazione, oltre che essere dettata da una forte convinzione di tutta la sezione nel voler fare qualcosa di utile e di concreto – e non solo a parole – per il nostro territorio facendo rete con altre associazioni, è anche svolta sotto la spinta dalle politiche nazionali del Cai centrale per cui, secondo il Bidecalogo, (fondamentale documento del sodalizio in materia di ambiente e tutela del paesaggio), il Club Alpino deve “partecipare alla gestione dei Parchi e delle Aree protette(…)”, “ricercare forme di partecipazione diretta nella conduzione e gestione di territori particolarmente fragili” e “coadiuvare ed integrare, per quanto necessario, iniziative di tutela delle zone montane di preminente interesse naturalistico, educativo (…)””.

Anche Fumagalli sottolinea in maniera positiva l’ingresso degli Amici di Tino, “una realtà associativa ovviamente interessata alla valorizzazione del Monte di Brianza e con la quale, viste le buone premesse, ci auguriamo possa continuare anche in futuro questa fattiva collaborazione”. Il pensiero va anche ai soci che “hanno rinunciato a qualche giornata in montagna per rimanere alle “basse quote” a lavorare, e ci auguriamo che questa positiva esperienza possa ripetersi anche per i prossimi anni. Come Cai Calco noi ci saremo”.

L’associazione Monte di Brianza

Gli fa eco Luigi Panzeri, presidente dell’associazione Monte di Brianza che definisce la collaborazione tra le diverse associazioni del territorio, il parco del Curone e i cittadini come la “carta vincente per la tutela e la manutenzione dei sentieri e il miglioramento ambientale dei luoghi dove si vive. I campi di lavoro rappresentano un grande contributo per la comunità e un esempio di cura visibile a tutti”.

Il contributo dell’Avaib

Alla causa ha contribuito anche l’Avaib, il cui presidente Luigi Maggi che evidenzia gli interventi svolti dai volontari, dallo sfalcio dell’erba sulla scalinata di Porchera, alla pulizia da rovi ed erbacce del sentiero dell’acquedotto tra Mondonico e Campsirago passando per la sistemazione dello stagno di Olcellera, con il taglio della siepe, la tinteggiatura della staccionata e la pulizia del lavatoio. “Avaib ha inoltre collaborato con il Cai con un volontario e il pick up per il trasporto dei materiali sugli altri cantieri” conclude Maggi.