Da gennaio a fine agosto 2024 il recupero dell’evasione delle due tasse ammonta già a 2,6 milioni di euro
La maggior parte dei contribuenti si dimentica di versare le tasse, ma non mancano le dichiarazioni infedeli. L’assessore: “Comunicare le variazioni è un obbligo di legge”
LECCO – Oltre 3 milioni (per l’esattezza 3 milioni 46.318 mila euro) di evasione di Imu e Tari recuperati dal Comune di Lecco nel 2023, già oltre 2,6 milioni recuperati da gennaio a fine agosto 2024. E’ un’attività intensa e quotidiana quella dell’ufficio recupero crediti di Palazzo Bovara, impegnato appunto nel recupero delle tasse Imu (Imposta Municipale Propria) e Tari (Tassa sui Rifiuti) non pagate dai contribuenti.
“Il recupero dell’evasione – spiega l’assessore al Bilancio Roberto Pietrobelli – è un lavoro quotidiano che svolgiamo anche in collaborazione con l’Agenzia delle Entrate, con la quale abbiamo instaurato un rapporto molto positivo. Si tratta di processi a volte molto lunghi che prevedono un incrocio di diverse banche dati”.
“La maggior parte dell’evasione – precisa l’assessore – è dovuta da dichiarazione infedele o da dichiarazioni omesse. Le dichiarazioni infedeli riguardano difformità più o meno importanti tra quanto denunciato e il dovuto. Esse sono complesse da rintracciare: occorre incrociare diversi dati, soprattutto noi andiamo a vedere i dati catastali, che poi confrontiamo in base a cluster che individuiamo tramite indagini merceologiche o categorie di privati. La tecnologia in questo aiuta molto, in poco tempo, ad esempio, è possibile confrontare le superfici dichiarate dal contribuente e quelle che risultano nei dati catastali, individuando eventuali anomalie. La prassi prevede l’emissione dell’accertamento e, il più delle volte, di incontrare il contribuente per un confronto“.
Rispetto alla Tassa sui Rifiuti, l’assessore ha riconosciuto come l’introduzione del sacco rosso abbia contribuito a regolarizzare una serie di posizioni: “Gli inquilini sono stati obbligati a denunciare, pena non poter conferire i rifiuti – ha detto – qui si apre un altro tema, più complesso e difficile da quantificare, che riguarda anche l’inciviltà di chi butta l’indifferenziata nei cestini pubblici. Sicuramente, oltre alla mancata educazione, c’è anche chi, non avendo regolare contratto d’affitto, non può fare richiesta per il sacco rosso e si ritrova a non sapere dove mettere la spazzatura. Un altro caso che si registra, in maniera più sporadica, è il proprietario di casa che ‘presta’ il proprio codice agli inquilini. Con Silea stiamo lavorando anche per verificare queste anomalie”.
Per quanto riguarda invece l’Imu, il Comune si avvale anche dell’aiuto della società San Marco: “Hanno un’esperienza pluriennale su queste attività, in diversi comuni – spiega l’assessore – su nostra richiesta svolgono indagini sugli evasori totali, ovvero cercano di capire chi evade totalmente con dichiarazioni infedeli. Negli ultimi due anni abbiamo fatto delle verifiche sulle attività commerciali cittadine per capire se i vari spazi fossero stati denunciati correttamente, in molti casi abbiamo rilevato anomalie, principalmente sugli spazi esterni, e li abbiamo incontrati per regolarizzare le posizioni”.
L’assessore Pietrobelli ci tiene a precisare: “Non è un lavoro che facciamo con piacere, ricordo che tutte le variazioni vanno comunicate sia per l’Imu che per la Tari, è un obbligo di legge. Se da un lato posso capire i cittadini privati ‘smemorati’, dall’altro non capisco aziende e attività commerciali che, si suppone, siano seguite da un commercialista che dovrebbe ricordare loro questi obblighi. Noi cerchiamo sempre di andare incontro ai contribuenti, mettendo in atto anche delle facilitazioni (come l’estensione a 72 mesi di tempo per regolarizzare la propria posizione). Non vogliamo fare gli esattori ma non possiamo nemmeno chiudere un occhio, perché il rischio è di fare un danno erariale. 3 milioni di euro recuperati dall’evasione delle imposte non sono proprio spiccioli” conclude.