Bevera e Gandaloglio, gli ambientalisti: “Per prevenire gli allagamenti, fermare la cementificazione”

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Foto dell'esondazione naturale del Gandaloglio nei prati a confine tra Oggiono, Sirone e Molteno

Il punto di vista del Circolo Ambientale “Ilaria Alpi”

“Il primo passo da compiere è fermare completamente il consumo di nuovo suolo verde”

MOLTENO – Negli ultimi giorni, le esondazioni dei torrenti Bevera e Gandaloglio hanno colpito le aree di confine tra Molteno, Sirone e Oggiono, evidenziando un problema sempre più grave. Sebbene questi eventi siano naturali, mettono in risalto la fragilità dell’ecosistema locale e la necessità di un intervento urgente. Il Gandaloglio, in particolare, ha invaso prati che si trovano nelle ormai rare aree verdi della zona. “È fondamentale rivedere le pratiche di cementificazione, che stanno riducendo drasticamente gli spazi verdi e alterando l’equilibrio naturale del territorio” affermano dal Circolo Ambiente “Ilaria Alpi”.

Dal Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” chiariscono il concetto di esondazione: “L’esondazione è un fenomeno naturale che si è sempre verificato nel tempo e, di per sé, non dovrebbe destare preoccupazione. Tuttavia, ciò che suscita reale preoccupazione è che, negli ultimi decenni, le aree di esondazione naturale siano state occupate da edifici, in particolare capannoni e aree industriali”.

Aggiungono: “Questo fenomeno si è verificato in modo massiccio, ad esempio, nell’area del Mognago di Oggiono e in via Colombo a Sirone, nelle vicinanze del torrente. L’impermeabilizzazione del suolo, infatti, amplifica le conseguenze delle esondazioni sia a monte che a valle, creando un potenziale rischio per gli abitanti della zona”.

Foto della piena del Bevera che sovrasta la vasca di raccolta sedimenti, realizzata dal Genio civile circa 20 anni fa, a monte del supermercato di Molteno
Foto della piena del Bevera che sovrasta la vasca di raccolta sedimenti, realizzata dal Genio civile circa 20 anni fa, a monte del supermercato di Molteno

Il ragionamento errato consiste nel credere che il problema si possa risolvere imbrigliando ulteriormente i torrenti, costruendo nuovi argini artificiali o adottando soluzioni, a nostro avviso completamente inadeguate, come il bypass tra il Bevera e il Gandaloglio. Questa misura non fa altro che spostare l’acqua da un luogo all’altro, senza affrontare le cause profonde del problema” commentano dal Circolo Ambiente “Ilaria Alpi”.

Aggiungo poi il procedimento da seguire: “Il primo passo da compiere è fermare completamente il consumo di nuovo suolo verde. È essenziale intervenire sui PGT, evitando di prevedere nuove aree edificabili o strade. Questo è esattamente l’opposto di quanto sta facendo l’Amministrazione comunale di Molteno, che intende realizzare la nuova tangenzialina di Raviola. Questa strada, progettata per correre parallelamente al torrente Bevera, rischia di imbrigliarlo ulteriormente, aumentando la portata delle esondazioni sulla sponda opposta e nelle aree a monte e a valle”.

Infine, dal Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” concludono: “Gli unici interventi idraulici ammissibili sono, al massimo, quelli puntuali per aumentare la sezione di alcuni ponti, che spesso creano strozzature artificiali nel corso dei torrenti. Inoltre, al di fuori dei centri abitati, è essenziale rimuovere gli argini artificiali realizzati in passato. Infine, è fondamentale affrontare il vero e unico nodo idraulico, ovvero liberare l’area alla confluenza tra Bevera e Gandaloglio, attualmente coperta dalla soletta dello stabilimento ex Segalini”.