Il Sottosegretario regionale attacca il primo cittadino: “Il suo intervento inizia con uno strafalcione in cui si evidenzia una certa ignoranza”
LECCO – Riceviamo e pubblichiamo:
“Si fa fatica a rispondere nel merito ad un intervento sull’autonomia che inizia con uno strafalcione in cui si evidenzia una certa ignoranza del sindaco verso i rudimenti fondamentali dell’ordinamento istituzionale e costituzionale dello Stato Italiano. Uno strafalcione che mette in luce da subito quale sia il livello di superficialità e il grado di strumentalità nell’affrontare questo argomento. Infatti, come è noto anche ai sassi, l’attuale Governo non promuove nessuna “legge di modifica costituzionale” (sic): semmai ha promosso una legge di natura procedurale, poi approvata dal Parlamento, per l’attuazione della previsione costituzionale del Titolo V introdotta nel 2001 dal centrosinistra in merito a maggiori forme di autonoma regionale.
Tralascio il cattivo gusto e la mancanza di senso delle istituzioni nell’utilizzo di un canale di comunicazione pagato dai contribuenti lecchesi per mettere in scena un comizietto di partito. Ma tant’è, ormai abbiamo capito l’andazzo.
L’autonomia differenziata, se vogliamo parlarne con la serietà che merita, è una straordinaria occasione per lo sviluppo del nostro Paese: una riforma epocale della macchina pubblica che snellirà la burocrazia e i processi amministrativi per dare risposte migliori ai bisogni dei territori; una riforma che chiamerà a maggior responsabilità le classi dirigenti che – chiedendo più competenze – si assumeranno l’onere di utilizzare al meglio le risorse pubbliche, con più efficienza ed efficacia di quanto non faccia lo Stato centrale. Certo, capisco che alcuni amministratori che fanno strame di “oculatezza e trasparenza” delle competenze che già oggi esercitano, non possono che temere il giudizio severo degli elettori, pensando magari di trincerarsi dietro le cortine fumogene del bollettino settimanale della propaganda.
La richiesta di maggiori forme di autonomia è stata votata da moltissimi lombardi che chiedono più risorse, più servizi, più efficienza della spesa pubblica per cittadini e aziende. Un voto che va compreso e rispettato.
È per questo che Regione Lombardia, nonostante vari cambi di governo nazionale, ha continuato a crederci e a lottare in questi anni con coerenza, seguendo tutti i passaggi che hanno portato all’approvazione della legge Calderoli, una legge di natura procedurale esattamente come lo erano le bozze di legge scritte dai Ministri Boccia e Gelmini.
Forse la conventicola del PD che viene citata serve a mettere cipria al rossore dell’imbarazzo per aver votato tutti gli atti regionali in cui venivano richieste forme di autonomia differenziata ben superiori a quelle attualmente in fase di negoziazione, ed ora faticare nel trovare le giustificazioni per un cambio di posizione repentino quanto strumentale. Basti ricordare le preintese con il governo Gentiloni che vedono in calce la firma di un governatore piddino o gli ordini del giorno votati all’unanimità nei quali si chiedeva di devolvere a Regione Lombardia tutte le 23 materie previste dalla Carta Costituzionale.
Se il sindaco ne avesse voglia, poiché da molti anni mi occupo con serietà di questo tema, potrei dare qualche ripetizione a casa a titolo gratuito. Il martedì alle 7.30. Ci sarà un caffè e non sarà quello di Sindona. Presentarsi puntuali, traffico cittadino permettendo”.
Mauro Piazza
Sottosegretario alla Presidenza di Regione Lombardia con delega Autonomia e Rapporti con il Consiglio regionale