Matteo Della Bordella, Dario Eynard e Mirco Grasso in vetta al Cerro Piergiorgio

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Matteo Della Bordella con i compagni Dario Eynard e Mirco Grasso (foto FB Club Alpino Italiano)

“Un grazie di cuore a tutti quanti hanno reso possibile questa avventura”

Successo della spedizione del Cai Eagle Team che sale Gringos Locos e chiude un conto aperto da 30 trent’anni

LECCO – “Impossibile non restare a bocca aperta davanti a questa muraglia di roccia che sembra una diga naturale alta 900 metri, uno specchio liscio, privo di ogni linea logica che indichi chiaramente una salita. Unire grandi obiettivi alpinistici con un percorso di crescita ed esperienza per i giovani talenti, era la mia visione iniziale del progetto Cai Eagle Team. In mezzo a difficoltà e imprevisti ci stiamo provando, stiamo facendo del nostro meglio e la Patagonia ci sta regalando il classico ottovolante di emozioni tra successi, ritirate, soccorsi, infortuni, sogni e speranze”.

Era stato lo stesso Matteo Della Bordella, nelle scorse settimane, a dichiarare l’obiettivo della spedizione in Patagonia del Cai Eagle Team, nato per promuovere lo sviluppo della pratica alpinistica tra i più giovani, offrendo a un selezionato gruppo di talenti l’opportunità di potersi esprimere al massimo, sulle difficoltà più elevate e sulle montagne più belle al mondo. Nonché per trasmettere ai giovani le conoscenze tecniche e il patrimonio culturale fondamentali per chiunque ambisca a diventare interprete dell’alpinismo moderno.

Matteo Della Bordella aveva promesso di “spremere fino all’ultima goccia” tutto quello che sarebbe arrivato da questa grande esperienza. Nelle scorse ore la notizia più bella con il Ragno di Lecco, Dario Eynard e Mirco Grasso che hanno concluso Gringos Locos, arrivando in cima al Cerro Piergiorgio, completando la via sulla parete Nord-Ovest a 30 anni dal primo tentativo di Maurizio Giordani e Luca Maspes. La cordata ha raggiunto la cima intorno alle 3 di notte di giovedì 27 febbraio, per poi scendere subito, evitando l’arrivo del maltempo.

“Un grazie di cuore a tutti quanti hanno reso possibile questa avventura: ai miei due eccezionali compagni di cordata Dario e Mirco, a Maurizio e Luca che trent’anni fa avevano fatto un’impresa pazzesca e visionaria – ha detto Della Bordella via social -. Grazie a un team unico composto da tutti i ragazzi, tutor e film makers che hanno preso parte alla spedizione; infine al Club Alpino Italiano e al Club Alpino Accademico Italiano per aver creduto in questo grande e un pizzico folle progetto”.

Cerro Piergiorgio (foto FB Club Alpino Italiano)

Sicuramente il modo più bello per mettere la parola fine a una storia lunga trent’anni. Era il 1995 quando Maurizio Giordani e Luca Maspes, in due tentativi e 5 giorni di scalata, salgono la parete per 21 tiri di corda. A circa 100 metri dalla cima, però, devono rinunciare per l’arrivo di una tempesta. I due lasciano 600 metri attrezzati con corde fisse per tornare e finire la via battezzata “Gringos Locos”, ma l’anno dopo, alla base della parete, scoprono che non è rimasta alcuna corda: il vento aveva fatto piazza pulita e i due alpinisti non hanno portato materiale sufficiente per ricominciare. Altra rinuncia, salvo salire comunque fino in vetta sulla sinistra, lungo lo spigolo Est, aprendo “Esperando la cumbre”.

“Il tempo passa e l’idea di tornare per terminare il progetto é sempre presente anche se le vicissitudini della vita mi mettono davanti alla realtà di condizioni fisiche ben più precarie, con la convinzione sempre più radicata che non saremmo più stati in grado di ripetere quei tiri nello steso modo, con pochissimi chiodi in parete – aveva raccontato Giordani nei giorni scorsi via social -. Poco male, basta farsi aiutare da nuove forze, più giovani”.