Nuova tassa sui rifiuti: “Rincari fino al 600% per commercianti”

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LECCO – La nuova tassa comunale Res su rifiuti e servizi, contenuto nel decreto Salva Italia che entrerà in vigore il primo gennaio 2013 (e che andrà a sostituire Tarsu, Tia1 e Tia2), ha mandato su tutte le furie i commercianti lecchesi e, con molta probabilità, le sue conseguenze avranno effetto non da poco anche sull’umore dei cittadini.

“Il passaggio al nuovo tributo dal 1° gennaio 2013 segnerà un aumento di fiscalità notevole che graverà non solo sul sistema imprenditoriale ma in generale sul sistema Paese con conseguenti effetti in termini di riduzione dei consumi – spiega il direttore di Confcommercio Lecco Alberto Riva – E’ un altro balzello insopportabile per le imprese. Davvero non riusciamo più a capire la logica di questo Governo: sembra quasi che facciano apposta a colpire chi crea ricchezza e dà lavoro!”.

il Tributo comunale sui Rifiuti e sui Servizi colpirà chiunque possieda, occupi o detenga, a qualsiasi titolo, locali o aree scoperte suscettibili di produrre rifiuti urbani, indipendentemente dalla loro destinazione d’uso; oltre alla quota ambientale per lo smaltimento dei rifiuti, prevedrà anche una quota “servizi” per la sicurezza, l’illuminazione e la gestione delle strade. L’importo da pagare sarà calcolato su base annuale e composto da due parti: una fissa ed una variabile. La parte variabile si pagherà in proporzione alle quantità e qualità medie di rifiuti prodotti per unità di superficie, in base alla destinazione d’uso dell’immobile.

In base alle proiezioni elaborate dall’Ufficio Studi di Confcommercio l’incremento medio sarà del 290% con punte del 600% per ortofrutta e pescherie. Davvero non si capisce se chi assume queste decisioni sappia comprendere la portata di queste imposizioni – prosegue Riva – Si tratta di un ulteriore salasso insostenibile con aumenti discrezionali perché calcolati sulla base di coefficienti arbitrari come il predominio del peso della superficie dell’area rispetto ai rifiuti prodotti”.

Sul caso si è mosso anche il presidente nazionale dell’associazione, Carlo Sangalli, che ha scritto una lettera al ministro dell’Ambiente Clini chiedendone la sospensione fino al primo gennaio 2014.