Acqua pubblica.
“I sindaci continuano a camminare sul baratro”

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acqua pubblica

LECCO – Le sorti dell’acqua pubblica in provincia di Lecco sono nelle mani dell’assemblea dei sindaci dell’ATO che entro il prossimo 30 giugno dovrà affidare il servizio al nuovo gestore per i prossimi 20 anni.

Due le strade percorribili: quella avanzata dai comuni di Merate e Cernusco, ovvero la creazione di società direttamente controllata dai comuni che si occupi esclusivamente dell’erogazione dell’acqua, e l’autocandidatura della holding pubblica Lario Reti, di cui già fa parte Idroservice, le due aziende gestori in passato del servizio, fornitrice anche di gas e energia.

Una decisione rispetto alla quale il Comitato Acqua Pubblica lecchese ha molto da dire: delle due proposte, il comitato promuove quella meratese, giudicata “completa, fattibile, e non costosa”, e boccia severamente quella avanzata da Lario Reti Holding che, per il comitato, “rivendica l’affidamento a sé” “senza individuare un percorso” e senza “documentare l’inoppugnabile presenza di quei requisiti richiesti dalla Corte dei Conti”.

Già, perché l’organo giudiziario è già stato recentemente coinvolto in questa fase di transizione verso il nuovo gestore idrico dopo che la scelta dei sindaci era ricaduta su Idroservice, società controllata solo indirettamente dai Comuni e che fa capo, come già detto, alla holding di Lario Reti.

“Un pronunciamento severo e critico” quello della Corte, sottolinea il comitato, “che ha messo in discussione nei metodi e nei suoi fondamenti i metodi di gestione e le scelte finora esercitate dai Comuni”.

La domanda del comitato è ancora una volta la stessa: “Perché se c’è una strada maestra si continua a camminare sul baratro?” si è chiesto Germano Bosisio riferendosi alla possibilità già scartata in passato dagli amministratori di affidare l’acqua pubblica ad una società di primo livello, come è Idrolario, o ad una nuova società direttamente controllata dai Comuni come poteva essere l’azienda consortile proposta dallo stesso comitato.

Il comitato denuncia anche “il potere di veto” avanzato “esplicitamente” e “impropriamente” da Lario Reti” nei confronti della proposta meratese. “Posizione che, rovesciando chi ha potere di indirizzo in assoggettamento – spiegano – ha imposto, mediante un Ufficio d’Ambito incerto e intimidito, il silenzio totale sui Consigli Comunali della Provincia”.

“C’è un deficit democratico – denuncia Tiziana Rinaldi , referente del Comitato – non si permette la discussione sui progetti che vengono presentati a porte chiuse e sarebbe stato dato input alle forze politiche di boicottare il progetto avverso. Ci pare di intravedere una certa sudditanza degli amministratori a Lario Reti Holding. Noi vogliamo che il processo sia invece trasparente e partecipato dai cittadini”.

Per il comitato le scelte in materia di servizio idrico avrebbero portato la Provincia di Lecco al primo posto in Lombardia per il costo della bolletta.

“Abbiamo raggiunto il 206% di aumento, il 9% in più da gennaio, nonostante gli utili effettuati da Idroservice – sottolinea Remo Valsecchi – e nonostante l’autority abbia detto che questa tariffa è la più alta e può essere inferiore”.

Il Comitato guarda con sospetto anche quella “Water alliance” di cui si è avuta recentemente notizia che potrebbe riunire sette aziende idriche lombarde, compresa Lario Reti Holding.

“Così facendo si rischia di spostare il centro direzionale sempre più lontano dal nostro territorio e dai cittadini – tuona Bosisio – tutto questo ci porta a pensare che ci sia un blocco di potere fatto di presunti esperti che puntano ad orientare le scelte politiche”.

Per questo motivo il comitato ha deciso di organizzare cinque serata per informare i cittadini, partendo da Lecco, il prossimo 6 maggio al teatro civico di Germanedo (ore 21), per poi toccare nelle settimane a seguire anche Merate, la Valsassina, Valmadrera e Olginate.