Calolzio, le proteste alla trafileria “rallentano” c.so Europa

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CALOLZIO – Code martedì mattina sulla Lecco-Bergamo: è l’effetto delle proteste degli ex dipendenti delle Trafilerie Brambilla che, intorno alle 9 hanno presidiato il rondò di fronte alla storica ditta calolziese, distribuendo volantini e, inevitabilmente, rallentando il traffico.

I rallentamenti hanno interessato gran parte di corso Europa, tra il centro paese e la rotatoria all’incrocio con via Bergamo, dove gli operai hanno acceso anche dei fumogeni per manifestare il loro dissenso rispetto al piano di assunzioni predisposto dall’acquirente delle trafilerie, il gruppo turco Çelik Halat, che ha mantenuto solo parte delle maestranze con una riduzione del 30% degli stipendi, bypassando il confronto sindacati e lasciando fuori 23 operai.

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“Oltre che 23 famiglie” denunciano gli operai, affiancati dai sindacalisti della Fiom Cgil. Presente al gazebo all’ingresso dell’azienda, oltre al segretario provinciale Diego Riva della FIOM, anche il leader della CGIL lecchese, Wolfango Pirelli:

“Questa vicenda ha un valore altamente simbolico e grave, che se dovesse riprodursi in altre aziende aprirebbe sul piano delle relazioni sindacali una situazione senza precedenti, con uno scontro durissimo che coinvolgerebbe le stesse associazioni delle imprese” denuncia Pirelli.

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L’attenzione di FIOM e CGIL punta a Confindustria Bergamo, che sta assistendo il gruppo turco nella trattativa di acquisto delle trafilerie:

Wolfango Pirelli (CGIL)
Wolfango Pirelli (CGIL)

“Non a caso è stata scelta Confindustria Bergamo, questo riduce il conflitto che potrebbe sorgere tra noi e Confindustria Lecco. Se questo è avvenuto è perché qualcuno che gliel’ha suggerito e io penso che quel qualcuno sia stata la vecchia proprietà che aveva fretta di vendere e trovare un acquirente in tempi molto rapidi. A fronte di una richiesta probabile di ‘non volere il sindacato in mezzo alle scatole’, qualcuno avrà risposto che si poteva fare”.

Il risultato, secondo Pirelli, è che anche i lavoratori che hanno firmato il contratto individuale, tutti i 53 scelti dalla nuova proprietà, non saranno tutelati: “Li capisco perché chi ha una famiglia da mantenere e decidere di non firmare un contratto di lavoro in questa fase è decisamente pesante, ma vorrei ricordare anche che, lasciando fuori i sindacati, tra sei mesi o un anno loro saranno più deboli a fronte di scelte che l’azienda potrebbe fare. Non si è garantiti a vita senza il sindacato. Inoltre è molto grave mettere in discussione la solidarietà, sia per quei lavoratori rimasti fuori che per quelli che credono di aver momentaneamente risolto il loro problema”.

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