Donazione di organi, superare l’anonimato: Galbiati: “Segnali di apertura”

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Marco Galbiati e il figlio Riccardo, scomparso a soli 15 anni
Marco Galbiati e il figlio Riccardo, scomparso a soli 15 anni

LECCO –  “Dal confronto e dallo scambio di vedute possono nascere anche nuove idee: dopo essere stati a lungo su posizioni contrastanti, con Alessandro Nanni Costa abbiamo avviato un dialogo costruttivo in merito alla legge sulla donazione degli organi e in particolare sul tema dell’anonimato”.

Così Marco Galbiati, presidente dell’associazione “Il tuo cuore la mia stella” dopo l’incontro con il direttore del Centro Nazionale Trapianti qualche giorno fa.  Galbiati è il papà di Riccardo, scomparso a soli  15 anni dopo un malore improvviso. Dopo la morte, alcuni organi del ragazzo sono stati espiantati per essere donati, salvando tre vite che necessitavano di un trapianto.

Da qui è iniziata la battaglia di papà Marco per dare la possibilità ai parenti dei donatori e riceventi, di conoscersi reciprocamente, superando l’attuale imposizione legislativa.

“Ho visto il direttore Nanni Costa a Milano la scorsa settimana – spiega Marco Galbiati – Anche in passato avevo avuto modo di sottoporre alla sua attenzione la mia idea di modificare la legge italiana sui trapianti nella parte relativa all’anonimato, per consentire ai famigliari del donatore e al ricevente, qualora entrambi lo desiderino, di potersi incontrare. Ma purtroppo il riscontro era sempre stato negativo”.

Durante l’ultimo incontro, invece, “forse anche grazie all’eco mediatica delle quasi 50.000 firme sulla petizione che ho lanciato su Change.org e all’aperto sostegno di persone come Reginald Green e di esperti come Ignazio Marino, sono giunti segnali di apertura che mi fanno ben sperare”, conclude Galbiati.