MANDELLO – C’è un motore che ha quasi sessant’anni è che ancora oggi è tra i più fotografati al mondo. Si tratta del capolavoro di ingegneria meccanica di tre grandi personaggi legati alla casa motociclistica dell’Aquila di Mandello, la Moto Guzzi.
Si perché il motore di cui vi stiamo parlando ha equipaggiato una motocicletta la Guzzi Otto cilindri. Un raro lavoro di grande capacità tecnica e sopraffina meccanica ha portato nel 1955 la casa di via Parodi a realizzare questo capolavoro. Artefici del risultato sensazionale, che molte aziende hanno provato a copiare senza mai riuscirci, sono stati Giulio Cesare Carcano, Enrico Cantoni e Umberto Todero, tre cervelli che il mondo intero ci invidia. Una triade che ancora oggi saprebbe con le attuali tecnologie sbalordire il mondo come nel 1955.
La Moto Guzzi 500 Otto cilindri a “V” è considerata la più straordinaria “macchina” a due ruote mai realizzata e proprio per questo motivo l’Otto come viene chiamato è il motore più fotografato al mondo ed è spesso argomento di approfonditi studi per i ragazzi che frequentano ingegneria meccanica.
Il motore plurifrazionato è ancora visibile e al mondo ne esistono solo tre, ma sentire il rombo del otto cilindri fa davvero venire i brividi anche a chi di motori non se ne intende.
Uno di questi motori è visibile presso il museo della Moto Guzzi e lì molti appassionati e curiosi si soffermano quasi in pellegrinaggio davanti a questo raro cimelio. Pochi sono i fortunati ad avere provato a guidare uno di questi bolidi che raggiungono ancora oggi come allora i 280 km/h, con solo quattro marce. La Guzzi Otto cilindri, carenatura compresa pesava solo 150 kg una vera piuma non c’è che dire.
Quando il motore viene avviato è un vero e proprio boato che scuote i sempre numerosi spettatori che con le dita nelle orecchie non mancano di essere presenti alla prima, quasi fossero a teatro.
Per rendere aerodinamica la Otto cilindri in casa Guzzi si decise di portare il bolide nella galleria del vento che la casa di Mandello aveva realizzato nel 1950 esattamente cinque anni prima del progetto multi cilindri. Peccato che nel 1957 la Moto Guzzi decise di chiudere con le corse motociclistiche quando il motore “Otto” era ancora in fase di sviluppo, ma la notorietà di questo veicolo realizzato alla Guzzi ha fatto il giro del mondo e quando gli stranieri vengono a Mandello una visita al museo per una foto o un selfy vicino a quel capolavoro di meccanica è d’obbligo.