Eternit all’ex vellutificio. “Nessuno ha fatto nulla”. Rancio raccoglie le firme

Tempo di lettura: 3 minuti
Eternit rimasto a terra in prossimità del capannone, la foto è stata scattata dai residenti
Il tetto dell’ex Vellutificio scoperchiato dal vento

 

LECCO – E’ passato un mese dal crollo di alcune lastre di eternit del tetto dell’ex Velllutificio Redaelli, eppure nessun intervento di messa in sicurezza pare essere stato compiuto: lo scrivono in una lettera i residenti del quartiere di Rancio, allarmati per la presenza dell’amianto danneggiato sulla copertura dell’ex fabbrica.

Timori che hanno spinto gli abitanti a raccogliere firme, ben 95, consegnate lunedì sia al Comune che all’ATS (ex ASL).

“Siamo seriamente preoccupati per la situazione di mancata sicurezza e di rischio per la salute che si è venuta a creare a seguito dello scoperchiamento di porzioni di tetto in eternit” scrivono gli abitanti nella missiva.

 

Era l’8 agosto scorso quando la tromba d’aria che si è abbattuta su Lecco ha provocato il distacco di numerose lastre in cemento-amianto dal tetto del fabbricato e ha fatto precipitare panelli e frammenti di materiale sulla superficie della copertura, nell’orto adiacente di un privato e lungo la strada pedonale di via G. B. Sala.

Il vento ha scoperchiato il tetto in due punti: un primo, più ampio, nella parte di copertura adiacente con un terreno privato e la via Sala, il secondo nella parte di tetto rivolta a via Mazzucconi, inoltre si sono registrati anche danni al bordo della copertura.

Eternit rimasto a terra in prossimità del capannone, la foto è stata scattata dai residenti

 

Quel giorno erano subito intervenuti i Vigili del Fuoco, seguiti dal personale dell’ATS che aveva effettuato un sopralluogo, il Comune aveva emanato nelle ore successive un’ordinanza di messa in sicurezza del tetto “vista la superficie danneggiata e la possibilità di ulteriori eventi metereologici che possano disperdere il materiale di copertura” come si legge nella relazione degli ispettori dell’azienda sanitaria. “Si ritiene che la proprietà dell’immobile debba intervenire urgentemente per un immediato ripristino della stessa al fine di evitare ulteriori scoperchiamenti e danneggiamenti esterni”.

Eppure, fanno notare i cittadini, “restano ancora presenti numerosi frammenti sul tetto della fabbrica, dove tra l’altro sono accatastate da sempre delle lastre in eternit, non ancorate in alcun modo e per questo soggette a spostamenti non prevedibili e incontrollabili determinati da possibili violente folate di vento”.

Frammenti di amianto raccolti e ‘imballati’ , nessuno li ha rimossi dalla pubblica via

 

Nessuno avrebbe provveduto neppure a rimuovere il materiale che i pompieri avevano imballato in un sacco di plastica, collocato su un bancale, all’inizio della via G.B. Sala. “Chiediamo cortesemente all’Amministrazione Comunale – scrivono i residenti – di monitorare l’effettiva esecuzione da parte della proprietà Redaelli di quanto ordinato e di quanto da noi segnalato e di tenerci informati sull’evolversi dell’ordinanza stessa. Chiediamo inoltre, viste le cattive condizioni di manutenzione dell’intera superficie del tetto della fabbrica, che si provveda urgentemente alla valutazione dello stato di conservazione con relativo indice di degrado”

“Non vogliamo fare polemica, ma siamo preoccupati – ci riferisce Anna Airoldi. tra i primi firmatari della petizione – diamo atto al Comune di aver emanato subito l’ordinanza, ma non vi è stato alcun intervento e la situazione non è mutata rispetto a un mese fa. Abbiamo paura che l’amianto possa disperdersi per il vento e che altri crolli possano avvenire”.

[clear-line]

LEGGI ANCHE:

Amianto. Sopralluogo di pompieri e ATS all’ex Vellutificio di Rancio

Amianto all’ex vellutificio: il Comune impone la messa in sicurezza