Finti agriturismi
e ambigue sagre: i ristoratori s’incazzano

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LECCO – L’allarme era stato già lanciato qualche settimana fa in occasione di un incontro per presentare i nuovi servizi offerti dalla delegazione di Merate di Confcommercio. Ora, il tema, anche in vista delle festività, è diventato se possibile ancora più urgente.

Si tratta della concorrenza sleale che i ristoratori del Meratese subiscono da parte di finti agriturismi che “servono cozze e gamberetti ai loro clienti, in barba alla normativa”, come aveva sottolineato il presidente di Confcommercio Lecco, Peppino Ciresa.

Proprio su richiesta di alcuni ristoratori meratesi lunedì scorso il presidente Ciresa ha incontrato una delegazione presso l’ufficio di Merate: insieme a lui il direttore di Confcommercio Lecco, Alberto Riva, il presidente della Fipe Lecco, Marco Caterisano, il presidente della Zona Merate di Confcommercio Lecco, Mario Mandelli, e il consigliere della Zona Merate, Rino Barbieri. Al centro del confronto le difficoltà del mondo della ristorazione legate alla presenza di diversi agriturismi “che fanno i furbi servendo piatti con ingredienti che non sono prodotti in loco e sfruttando le agevolazioni fiscali concesse loro dalla legge e offrendo così prezzi vantaggiosi che di fatto stravolgono il mercato”, ha evidenziato Riva.

Unanime è stato anche il coro contro il proliferare di feste e sagre paesane che vanno ben oltre lo spirito originario. “Un conto è la festa del paese che dura il week-end una volta all’anno, un conto sono le sagre ininterrotte che proseguono per settimane: questi appuntamenti creano non pochi disagi a chi sta sul mercato – ha proseguito Caterisano – Chiediamo che ci siano maggiori controlli per verificare il rispetto delle norme da parte di chi gestisce le strutture e organizza questi eventi”.

Molte le segnalazioni ricevute sia sui finti agriturismi che sulle sagre come confermato anche da Mandelli e Barbieri: “Purtroppo il Meratese sta pagando un conto più salato di altri territori su entrambi i fronti. Ma questa situazione è diventata insostenibile, a maggior ragione oggi con la crisi dei consumi che viviamo”.