Inaugurato nel 1891, festeggia 125 anni il monumento a Manzoni

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LECCO – Il monumento celebrativo del grande scrittore a cui è indissolubilmente legato il nome della città di Lecco fu inaugurato venerdì 11 ottobre 1891 alla presenza del poeta Giosuè Carducci e dell’allora Senatore Gaetano Negri, al cui discorso seguì la lettura di un testo a firma di Antonio Stopani, che non visse abbastanza da vedere inaugurata l’opera alla quale aveva dedicato tanta energia.

L’idea di dedicare una statua al grande maestro giunge subito dopo la sua morte, avvenuta il 22 maggio 1873: il Consiglio Comunale di Lecco, su proposta del sindaco Giuseppe Resinelli, si riunì d’urgenza (24 maggio) e deliberò di fare erigere un monumento al grande letterato che visse una parte della sua vita a Lecco, dove aveva ambientato I Promessi Sposi, capolavoro del romanzo storico italiano.

Furono stanziate £ 3.000 e si propose comitato che rimase pressoché inattivo negli anni successivi. Lo stimolo ad una ripresa dell’iniziativa fu la rapida erezione a Lecco del Monumento a Garibaldi, deceduto il 2 giugno 1882.

Un Comitato di garibaldini e mazziniani presieduto da Gianbattista Torri-Tarelli aveva commissionato allo scultore Francesco Confalonieri il monumento in marmo che il 16 novembre 1884 fu inaugurato nella piazza della Fiera, in netta concorrenza con il comitato cattolico promotore del monumento a Manzoni, in quella che è stata definita “la guerra delle statue”.

 

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Nel 1885, primo centenario dalla nascita di Manzoni fu riproposto un Comitato presieduto da Antonio Stoppani che rilanciò il progetto per un monumento nazionale. Stoppani sarà l’instancabile promotore del monumento all’amico letterato così come lo fu per il monumento a Antonio Rosmini a Milano.

L’appello nazionale, seguito da molteplici iniziative per la raccolta di fondi, lotterie, feste, spettacoli e conferenze fruttò complessivamente £ 30.000. Contribuirono i Sovrani d’Italia, il duca D’Aosta, Don Pedro d’ Alcantara, imperatore del Messico, molte città italiane e anche le colonie; Giuseppe Verdi fece una cospicua donazione, Ponchielli un concerto con la partecipazione di numerosi artisti. Stoppani pubblicò il Memorandum di cui vennero stampati 12.000 esemplari diffusi nel circondario in Italia e fuori con il manifesto per promuovere le sottoscrizioni.

Il 31 marzo 1887 fu bandito il concorso ristretto a soli 15 artisti di chiara fama che avrebbero sottoposto i bozzetti del monumento alla giuria entro il 31 luglio dello stesso anno.

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Tredici artisti invitati risposero e i loro bozzetti furono esposti nel salone del Teatro della Società nel mese di agosto. Nessun artista raccolse i 5 voti richiesti e il concorso fu dichiarato nullo. Il presidente Stoppani presentò un ordine del giorno in cui proponeva di scegliere Francesco Confalonieri che aveva ottenuto 4 voti per ciascuno dei due bozzetti presentati, considerando anche l’ottima riuscita del Monumento a Garibaldi da lui eseguito in Lecco. La proposta fu approvata all’unanimità ma naturalmente suscitò una protesta degli altri concorrenti che si concluse con un ironico sonetto intitolato Ai vincitori i vinti mandan salute.

Lo scultore incaricato Francesco Confalonieri aveva preventivato £ 31.000 per la statua e il basamento. Poiché era desiderio dei cittadini lecchesi di corredare il monumento con quattro altorilievi, si trovarono altri modi per aumentare le raccolte di fondi compresa la richiesta di un oggetto personale alla Regina Margherita, la quale donò due grandi vasi giapponesi che fruttarono £ 900.
Si superarono complessivamente £ 40.000 che permisero di pagare lo scultore Confalonieri, la statua (Officina F.lli Barzaghi, Milano), i quattro rilievi (officina F.lli Romani, Milano), il basamento Giuseppe Fumagalli, Lecco), la cancellata (Antonio Badoni, Castello di Lecco), il capomastro (Giuseppe Todeschini, Lecco), il direttore dei lavori (ing. Enrico Gattinoni, Lecco), i fuochi d’artificio e il palchetto per l’inaugurazione.

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L’architetto Cerruti e il pittore Induno diressero l’operazione. L’opera fu realizzata e inaugurata l’11 ottobre 1891, quando l’abate Stoppani era già deceduto (1 gennaio 1891). La sua assenza fu rimarcata con grande dispiacere di tutti, e, dopo il discorso del senatore Gaetano Negri, fu letto un testo che Stoppani aveva dettato un anno prima quando, al fallimento della prima fusione della statua, aveva temuto di non riuscire a vedere l’opera compiuta.

Questa primavera, al termine di complesso e sofisticato lavoro di restauro finanziato da uno sponsor privato grazie a una partnership fortemente voluta dall’amministrazione comunale lecchese, il monumento nazionale di Francesco Confalonieri dedicato alla memoria di Alessandro Manzoni ha riacquisito la vitalità e il vigore che merita un’opera di tale spessore e valore simbolico.

Il compleanno numero 125 del Monumento nazionale sarà ricordato anche nell’ambito della rassegna “Lecco Città dei Promessi Sposi” che inaugura venerdì 14 ottobre alle 18 alla Torra Viscontea con la mostra “La Rocca dell’Innominato, tra paesaggio, storia e letteratura”.

 

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