CALOLZIO – E’ stata posata quest’oggi, alle 14.30, la prima pietra con la quale si è dato il via ai lavori del lotto San Gerolamo, il secondo della Lecco – Bergamo che collegherà il rione di Chiuso a via Sassi di Calolziocorte.
Stando al cronoprogramma l’opera dovrebbe essere ultimata fra poco più di 3 anni e 8 mesi, per la precisione 1353 giorni. L’appalto è stato affidato ad un’Associazione Temporanea di Imprese composta dalla capogrupo ICS grandi lavori spa di Roma, Accisa Spa di Delebio (mandante) e la Geometra Locatelli Lavori spa di Grumello al Monte (mandante cooptata in liquidazione).
L’importo totale dell’operazione è di 93milioni e 670 mila euro così suddivisi, 71mila e 670 contributo Cipe e 22milioni di euro giunti dalla Provincia di Lecco. Il secondo lotto prevede un tracciato di 2 chilometri e 700 metri, dei quali 2,218 chilometri in galleria naturale, due tratti di galleria artificiale all’imbocco nord di Lecco di 104 metri e all’imbocco sud di 155 metri; un cunicolo di emergenza carrabile della lunghezza di 1 km e 450 metri colleegato alla galleria principale, un sistema a doppia rotatoria all’imbocco sud e la sistemazione della rotatoria in località Chiuso oltre alla realizzazione di un viadotto di 50 metri.
Alla posa della prima pietra di questo pomeriggio era presente la Giunta della Provincia di Lecco con il presidente Daniele Nava (Pdl) in prima fila, moltissimi sindaci della lecchese tra i quali quello di Calolzio, Paolo Arrigoni (Lega), presente anche il presidente della provincia di Bergamo Ettore Pirovano (Lega), in rappresentanza di quella di Sondrio l’assessore Silvana Snider (Lega), per il Comune di Lecco l’assessore ai lavori pubblici Francesca Rota (Pd) e ancora il senatore Roberto Castelli (Lega), presenti anche gli onorevoli Lucia Codurelli (PD), Paolo Grimoldi (Lega), Consiglio Nunziante (Lega), gli ex assessori regionale Giulio Boscagli e Giulio de Capitani (Lega), l’ex consigliere regionale Stefano Galli (Lega), numerosi amministratori locali, ma anche autorità civili e imprenditoriali del territorio, presente anche il presidente della Camera di Commercio di Lecco Vico Valassi. Grande assente invece il leader leghista Roberto Maroni che all’ultimo ha dato forfait per sopraggiunti impegni.
Il presidente della Provincia di Lecco Nava dopo aver fatto gli onori di casa ha esordito definendo quella odierna una “tappa storica”. “Le Lecco – Bergamo – ha proseguito – è un’opera che manca da troppi anni e giunge dopo due altre grandi opere che hanno migliorato la viabilità del nostro territorio l’attraversamento del Monte Barro e di Lecco e il collegamento Lecco – Ballabio. Ovviamente la Lecco – Bergamo non si esaurisce con il secondo lotto, ma necessiterà di ulteriori interventi. Questa è la via da percorrere in un’ottica ottica di miglioramento sia della viabilità che della qualità di vita di chi abita nei Comuni interessati”. Nava ha voluto poi ringraziare su tutti il senatore Castelli: “All’epoca, quando riuscimmo a mettere 22 milioni di euro in bilancio, lui riuscì insieme ai suoi colleghi di Governo ad accaparrarsi gli oltre 70 milioni di euro di finanziamento mancanti, consentendoci così di passare dalle parole ai fatti”. Nava ha quindi concluso il suo intervento ricordardo che “nonostante il momento di difficoltà grazie all’ottimo lavoro politico e amministrativo svolto su più fronti si è comunque riusciti a dare una risposta concreta che si traduce anche in lavoro garantito per numerose famiglie”.
Anche per l’assessore provinciale ai Lavori Pubblici Stefano Simonetti, che ha preso la parola dopo il presidente, si tratta di un “traguardo storico”, sottolineando poi: “la Lecco – Bergamo per quanto riguarda la infrastrutture è l’opera più grande da quando esiste la provincia di Lecco. Un’opera attesa da anni”. Simonetti ha quindi evidenziato l’importanza delle Province quale “collegamento e coordinamento tra i vari livelli di governo. Quest’opera – ha detto – è la miglior risposta a chi ritiene inutili le province e quella di Lecco in particolare”.
Quindi l’assessore ha snocciolato le tappe più importanti del progetto a partire dall’accordo di programma per la definizione del tracciato dell’aprile 2001, al protocollo di intesa sottoscritto nel 2003 col ministro delle Infrastrutture e la Provincia di Lecco per il finanziamento dell’opera e l’approvazione del 2004 de progetto preliminare. Quindi nel 2009, con l’insediamento della Giunta Nava, si è ottenuto il parere positivo di Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici di Milano, del Ministro dei Beni Culturali e del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. Dopodiché il Cipe ha approvato il progetto preliminare concedendo il finanziamento di 71 milioni e 670mila euro, mentre la Provincia ha assicurato la cipertura dei restanti 22 milioni. Si arriva così al 2011 con l’assegnazione dell’appalto all’Ati Ics Grandi Lavori Spa, quindi nell’aprile del 2012 è stata approvata una variante per ridurre una serie di criticità e nel dicembre del 2012 è stato approvato il progetto esecutivo. Infine, dopo aver ringraziato il senatore Castelli per “il forte contributo tecnico e politico”, Simonetti ha annunciato la “creazionw di un tavolo tecnico permanente di confronto per la condiviisone, gestione e risoluzione di tutte le problematiche che emergeranno durante l’esecuzione delle opere e la Provincia di Lecco come promesso ci mette la faccia”. Quindi, rivolgendosi all’ingegnere Claudio Salini presidente della capogruppo dell’Ati ha chiesto: “di profondere ogni sforzo per consegnare l’opera nei tempi prefissati”.
Dopo gli interventi del presidente della provincia di Bergamo Pirovano e dell’assessore della Provincia di Sondrio Snider, l’assessore del comune di Vercurago Dario Vallara ha espresso la sua soddisfazione per l’obiettivo raggiunto.
L‘assessore del Comune di Lecco Rota non ha invece nascosto “la proccupazione per gli abitanti di Chiuso in merito alla variante che è stata apportata al progetto iniziale – aggiungendo – alla fine devo dire che il lavoro fatto in questi 8 mesi dalla Provincia ci ha dato la certezza che le modifiche hanno migliorato il progetto iniziale in quel punto e ci sono state date garanzie affinchè vengano tutelate le realtà territoriali limitrofe, case comprese”.
Paolo Arrigoni, sindaco di Calolzio ha invece sottolineato: “La nuova opera migliorerà la qualità di vita dei calolziesi e della città di Calolzio oggi divisa dalla vecchia statale dove transitano ogni giorno 30mila veicoli. Dopo il sovrappasso di Rivabella, il sottopasso di Sala di Calolziocorte questo è un altro tassello importante per la riqualificazione dell’agognata strada Lecco – Bergamo. Questa giornata rappresenza anche una speranza per le imprese e una garanzia di impulso per lo sviluppo del territorio. Nei prossimi anni Calolzio subirà il disagio dei cantieri aperti, ma li sopporteremo volentieri guardando al risultato finale. Infine, ci auguriamo che i politici e gli amministratori della prossima legislatura regionale e non solo facciano subito lobby per reperire i 36 milioni di euro necessari a finanziare il terzo lotto denominato Lavello che andrà a collegare questo punto con il sud della città in prossimità della rotonda del ponte Cesare Cantù”.
L’ex ministro Castelli ha infine ha messo l’accento sullo sforzo compiuto dalla Provincia di Lecco per aver stanziato 22 milioni di euro su un singolo progetto definendolo di “grande importanza e che darà numerose opportunità di sviluppo. Non dimentichiamo che ci consentirà di raggiungere in meno di mezz’ora un areoporto internazionale”.
Atto finale l’intervento di Monsignor Franco Cecchin provosto di Lecco che ha introdotto la benedizione della prima pietra affidata a don Matteo Bartoli coadiutore della parrocchia di Calolziocorte centro.