LECCO – Non passa un solo giorno che non si senta parlare di stupri, stalker assassini, e liti familiari degenerate in omicidi. Solo ieri si sono verificati altri due inquietanti casi, con altrettante donne uccise dai propri mariti, a Napoli e a San Donato Milanese, per una ossessiva gelosia che ha spinto i loro compagni all’efferato gesto.
Una situazione sempre più esasperante: “Nel nostro paese la violenza contro le donne sta diventando una vera e propria mattanza che la politica e le Istituzioni non sono state ancora in grado di arginare – ha sottolineato l’onorevole lecchese Lucia Codurelli (Partito Democratico) – ancora non siamo riusciti a raggiungere gli obiettivi in termini di risorse, precedentemente tagliate dal governo di centrodestra, da destinare ai centri di ascolto e antiviolenza e sicuramente non abbiamo tagliato il traguardo di una buona educazione di genere”
“Il dato drammatico, che si continua però a sottovalutare ed ignorare – ha proseguito l’onorevole – è che la violenza più diffusa è quella domestica, giustificata spesso come semplice conflitto coniugale, che nega alla vittima il sostegno adeguato al fine di tutelare la propria incolumità”.
Unica nota positiva di queste ultime settimane è la Legge contro la violenza sulle donne, approvata dal Consiglio Regionale lombardo lo scorso 26 giugno: il documento prevede la creazione di una rete regionale antiviolenza fra tutti i soggetti impegnati contro questo fenomeno, attività di sensibilizzazione volte a tutelare l’immagine della donna e la costituzione di un tavolo istituzionale per coordinare gli interventi. La Regione ha messo a disposizione in questo ambito ben un milione di euro.
L’onorevole Codurelli si è detta soddisfatta dell’iniziativa bipartisan del Consiglio lombardo, ed incita ora le istituzioni a fare presto, chiedendo al Governo di accelerare l’iter per l’adesione dell’Italia alla Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne, (approvata ad Istanbul l’11 maggio 2011) e di impegnarsi a ripristinare la dotazione del fondo contro la violenza alle donne( istituito con la legge finanziaria 2008) finalizzato alla prevenzione, informazione e sensibilizzazione nei confronti di questo tragico fenomeno e al sostegno dei centri antiviolenza e delle case-rifugio arrivando ad una equa presenza di queste strutture su tutto il territorio nazionale .
“Non si può pensare che le urgenze che stiamo affrontando, legate alla grave crisi economica, ne cancellino altre ugualmente gravi e che richiedono interventi efficaci, che considerino la natura della violenza sulle donne come una violazione dei diritti umani fondamentali”, ha sottolineato il deputato democratico.
“Per fare questo – ha concluso – occorrono risorse che permettano di varare un efficace piano di contrasto della violenza, ma che allo stesso tempo individuino programmi culturali che coinvolgano innanzitutto le scuole, ma anche associazioni, istituzioni e famiglie all’educazione del rispetto della donna e della sua libertà.”