Mandello. L’ultimo saluto a Guido: “Ciao, luce dei miei occhi”

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La chiesa parrocchiale di Olcio gremita venerdì 26 agosto per l'ultimo saluto a Guido Valsecchi.
La chiesa parrocchiale di Olcio gremita venerdì 26 agosto per l’ultimo saluto a Guido Valsecchi.

 

MANDELLO – L’ultimo tenero gesto di affetto è stato del padre, Walter, che ha sfilato dal cuscino di fiori appoggiato sopra la bara del figlio alcuni girasoli e li ha donati alla moglie Elena e all’altra figlia Fanny. Nella chiesa, intanto, i ragazzi intonavano Su ali d’aquila, il cui ritornello recita: “E ti rialzerà, ti solleverà, su ali d’aquila ti reggerà, sulla brezza dell’alba ti farà brillar come il sole, così nelle sue mani vivrai”.

Guido Valsecchi
Guido Valsecchi

L’ultimo saluto a Guido Valsecchi è stato accompagnato oggi pomeriggio a Olcio da tante lacrime. E dagli occhi lucidi di molti ragazzi, coetanei del giovane o di pochi anni più grandi.

Non è bastata, la parrocchiale di Sant’Eufemia, a contenere tutti coloro i quali avevano raggiunto la frazione mandellese per il rito funebre del diciottenne morto in tragiche circostanze. Ai lati dell’altare un gruppo di scout, appena sotto i gradini la bara con le spoglie di Guido. E dentro e fuori la chiesa, come detto, moltissime persone.

E’ stato il parroco di Olcio, don Mario Tamola (che era affiancato all’altare da don Pietro Mitta, parroco del “Sacro Cuore”), a manifestare all’omelia affetto e vicinanza ai genitori e alla sorella del giovane.

“Fin da ieri – ha detto – in tanti hanno visitato Guido e hanno pregato per lui. Anche oggi siete in tanti e molti di voi sono giovani”.

Rifacendosi alle letture della messa, don Mario ha ricordato che “la nostra patria è nei cieli” e che “un giorno Gesù ci trasfigurerà in un corpo glorioso che vivrà la vita eterna”. “Gesù ci dice che non ci lascia mai soli – ha aggiunto il sacerdote – perché Lui è la via, la verità e la vita, è la strada sicura che ci porta alla salvezza, è la sorgente della vita ed è maestro di verità”.

E’ toccato poi a uno zio ricordare l’adorato nipote. “Aveva intelligenza e sensibilità – ha detto – e un giorno mi disse: Sai, io sono sempre stato filo-palestinese, ma ho capito anche le ragioni degli israeliani e ora so che per costruire la pace bisogna sempre accettare le ragioni degli altri. No, non lo dimenticherò mai”.

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Toccante la successiva testimonianza della sorella. “Guido era umano e concreto – ha affermato – e non impalpabile e irraggiungibile come poteva sembrare. Lo adoravo ed era la luce dei miei occhi… Ma non aveva voglia di vivere e la sua scelta deve essere rispettata. E io lo ammiro anche per questa sua scelta”.

Poi quasi un appello: “Ieri a casa sono entrata nella sua camera. E’ in  disordine ma ci sono tutte le sue cose e se qualcuno vuol venire a prendere qualcosa di suo a noi farebbe piacere”.

Il commosso addio del padre e infine un altro saluto: “Guido, ti diciamo grazie perché ci hai fatto il dono di trascorrere parte della nostra vita con te”.

L’aspersione della bara e l’ultimo canto, Ave Maria, ora pro nobis. Poi ancora tante lacrime. E tantissimi occhi lucidi.

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