Mons. Panfilo a Somana ricorda il vescovo Clemente Gaddi

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MANDELLO – Una riflessione sulla vita e le opere di Sant’Abbondio nel giorno della festa patronale. A Somana monsignor Giacomo Panfilo, bergamasco , all’omelìa della messa solenne da lui presieduta domenica 1° settembre nella chiesa della frazione mandellese ha tratteggiato la figura del vescovo Abbondio, “ padre spirituale di questa vostra parrocchia – ha detto – e pastore della diocesi di Como”.

“Com’è il padre così è, il più delle volte, un figlio – ha detto il sacerdote, fino allo scorso anno arciprete di Clusone – ma in cosa devono assomigliare i fedeli al loro patrono? Beh, pensando ancor prima che al patrono a ciò che ha fatto il “vostro” monsignor Clemente Gaddi vien da dire che tutti i maschi di Somana dovrebbero diventare… vescovi, ma non è questo ciò che conta. L’importante è amare Gesù nei suoi e nostri fratelli e soprattutto saper trasmettere la fede con semplicità, non tralasciando di ricordare l’umanità della Chiesa, aspetto su cui insisteva Abbondio nel suo instancabile impegno di predicazione”.

Non sono come detto mancati, nell’omelìa di monsignor Panfilo, i richiami al vescovo Gaddi, originario di Somana, del quale quest’anno ricorrre il ventennale della morte.

“Monsignor Clemente Gaddi è cresciuto qui – ha sottolineato – e ciò che apprendiamo negli anni dell’infanzia resta impresso in ciascuno di noi per tutta la vita. Lui era un uomo di un’intelligenza particolare e aveva il grande dono della semplicità. Quando parlava, lo capivano tutti e tutti ne apprezzavano l’insegnamento”.

A celebrare il rito eucaristico, all’altare della parrocchiale di Somana, con monsignor Giacomo Panfilo c’erano anche monsignor Tarcisio Ferrari (per lunghi anni accanto proprio al vescovo Gaddi nel ruolo di segretario) e don Tommaso Frigerio, cresciuto a Somana, sacerdote da poco più di un anno e ora coadiutore a Chiuduno. Con loro don Massimo Rossi, parroco della frazione.

Al termine della celebrazione in molti hanno visitato la suggestiva esposizione allestita appunto fino a domenica 1° settembre nella vicina sala del torchio e ammirato i dipinti, le fotografie, i disegni, le sculture, i plastici e i libri in mostra, inclusa una pregevole riproduzione della torre di Maggiana opera del mandellese Ezio Molteni.