LECCO – Come annunciato, l’ “invasione” animalista in Comune c’è stata: oltre un’ottantina tra volontari delle associazioni lecchesi e comuni cittadini lunedì sera hanno raggiunto il municipio per presenziare alla seduta del Consiglio Comunale.
Una movimentazione partita nata attraverso un passaparola che ha sfruttato social network e sms per dire “no” alla chiusura del canile, fissata per fine giugno. Gli animalisti, dopo un presidio in piazza Diaz, hanno raggiunto e affollato l’aula consiliare, mostrando cartelli che chiedono di non trasferire i 66 cani presenti nella struttura di via Rosmini.
Presenti anche attivisti di Casapound che hanno consegnato una “cuccia d’oro” all’assessore Armando Volonté ed esposto uno striscione con la scritta “L’impegno e la coerenza trasferiti a Merate”, alludendo allo spostamento dei cani ospitati in via Rosmini verso il rifugio meratese.
“Per capire certe cose non devi essere di destra o di sinistra, la politica non centra e nemmeno la cultura, basta provare per i cani lo stesso amore che hai per i tuoi figli – ha preso la parola il consigliere Ezio Venturini (IDV), che in questi mesi ha sostenuto la battaglia delle associazioni – C’è una petizione che ha raccolto 5 mila firme, un progetto di sistemazione, tutto è stato fatto ma l’Asl non è disponibile ad un’ulteriore proroga, l’unico che può evitare la chiusura è il signor sindaco. Una soluzione, se si vuole, la si trova”.
“La domanda, retorica, è : Lecco può non avere un servizio come canile? Mi aspetto una risposta altrettanto retorica, visto che in questi anni non abbiamo visto crescere nessun’opera pubblica” ha sottolineato Filippo Boscagli (NCD) che ha anche espresso il proprio rammarico ricordando l’aula vuota quando si affrontava la problematica dei senzatetto.
Critica con l’amministrazione comunale Cinzia Bettega della Lega Nord: “Da quattro anni si è a conoscenza del problema e c’è chi ha voluto mettere in pratica una tecnica dilatoria per non risolvere il problema. I tempi c’erano ma abbiamo a che fare con finti democratici, finti ascoltatori dei cittadini, in realtà non c’è partecipazione né volontà di risolvere il problema”.
La lotta degli animalisti è quella di evitare il trasferimento dei cani, per lo più anziani e da diversi anni assistiti in quella struttura. Per questo avevano presentato un progetto di piccoli interventi che avrebbero potuto rimettere a norma il rifugio, in attesa della realizzazione di un nuovo canile.
“L’ ASL ha però posto un’unica condizione – ha spiegato l’assessore Armando Volontè – ovvero che nessuno mettesse mano al canile con dentro gli animali, i cani andavano comunque trasferiti. In questi mesi ci siamo dati insieme un percorso comune e tutti siamo d’accordo nel dire che l’attuale struttura, l’ex macello, non è idoneo ad accogliere i cani. La sfida, ora, è quella di trovare un’area per realizzare una nuova struttura e gli esperti ci dicono che è possibile costruire un nuovo canile in quattro mesi. Se vogliamo guardare al futuro, allora tutti si mettano in gioco per trovarlo. Io non ho nulla da rimproverarmi e niente da nascondere.”
Le richieste degli animalisti di poter intervenire nel dibattito, dopo una discussione in aula, sono state infine accettate e a prendere la parola è stato il presidente dell’Enpa di Lecco, Luigi Mauri: “ Stiamo parlando di una sessantina di cani, alcuni con 10 anni di canile alle spalle e con difficilissime prospettive per un’adozione. Chiediamo quindi di dare loro habitat usuale a contatto con i loro volontari. Siamo a conoscenza delle problematiche legate a permessi e responsabilità, ma crediamo non ci siano alternative”.
Secondo Mauri, per realizzare un nuovo canile ci vorrebbe molto più tempo dei 4 mesi prospettati, “viste le esperienze dei territori vicini – ha proseguito il presidente dell’Enpa – L’ASL non ha mai detto che questo è un canile lager, basterebbe mettere in atto piccoli interventi come sistemare la pavimentazione, pannelli e ripitturare le pareti per rimetterlo a norma. Crediamo inoltre che l’ASL non sia stata così categorica in merito allo spostamento dei cani, tanto che il canile di Merate è stato ristrutturato mantenendo i cani all’interno della struttura”.

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