No Tav lecchesi: “La tratta sarà una cattedrale nel deserto”

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LECCO – Gli Indignati lecchesi sono contro la Tav. Nei giorni in cui proseguono senza sosta gli scontri tra polizia e No Tav in Val di Susa, anche Lecco fa la sua parte per manifestare contro l’imponente opera ferroviaria.

“Vogliamo esprimere solidarietà al popolo valsusino – dichiara Gaetano Galeppi degli Indignati di Lecco – senza però dimenticare di informare sulla Tav. Non abbiamo pregiudizi di pensiero dettati dai partiti, vogliamo solo informare i cittadini sull’aspetto della questione che viene meno considerato: l’utilità dell’opera”.

Secondo i manifestanti infatti la costruzione dei binari per l’alta velocità è solo dannosa. “I dati raccolti negli anni rilevano che il traffico ferroviario è in diminuzione – continua Galeppi – l’opera diventerebbe quindi una cattedrale nel deserto. In tempo di crisi poi si taglia su tutto, come istruzione e sanità, è fuori luogo che il cantiere della Tav invece proceda con uno spreco di soldi notevole”. Secondo gli Indignati infatti 360 docenti universitari, ricercatori e professionisti hanno definito l’opera della Val di Susa come la peggiore infrastruttura possibile. “Non dobbiamo dimenticare poi le infiltrazioni mafiose nel cantiere” conclude Galeppi.

I No Tav lecchesi hanno distribuito i volantini venerdì pomeriggio dalle 17 alle 19 in piazza Diaz (“scelta perché vicina alla stazione” sostengono) e sabato mattina sono allo spazio della Piccola per sensibilizzare i lecchesi sull’argomento. Secondo gli indignati la Tav rischierebbe di costare fino a 40 miliardi, pari a 5mila euro al centimetro; in pratica quattro centimetri equivarrebbero a un anno di pensione, tre metri di scuola materna e 500 metri di ospedale.

“I presunti vantaggi sono stati sopravvalutati – fanno sapere gli indignati – Gli unici benefici saranno i profitti intascati da chi realizza i lavori, mentre ai cittadini toccherà per l’ennesima volta di piegare la schiena e pagare il conto”.