LECCO – Sindacati sul piede di guerra sul fronte dei disservizi e della chiusura di alcuni uffici postali in provincia di Lecco: dopo la rottura del tavolo di trattativa, le organizzazioni sindacali (tranne la UIL che non ha aderito alla vertenza) si incontreranno a breve per mettere in campo “ogni utile iniziativa, compreso lo sciopero della categoria – annunciano – per difendere i lavoratori e i livelli occupazionali, e per offrire ai cittadini ed alle imprese un servizio di qualità ed un vero presidio del territorio”.
“L’Azienda – spiegano Antonio Pacifico, segretario della SLP Cisl – pur messa alle strette, dall’apertura di un conflitto di lavoro, chiusosi negativamente il 25 febbraio u.s., ha negato la fornitura dei dati reali, dimostrando che i vertici non conoscono le effettive condizioni di operatività negli uffici e delle innumerevoli difficoltà e disagi dei dipendenti che subiscono pressioni insostenibili rispetto obiettivi commerciali, ferie, distacchi continui, piani formativi inadeguati”.

Secondo il sindacato della Cisl, Poste Spa continuerebbe “ad attuare una politica di risparmio sui costi con tagli di personale e sugli adempimenti strutturali, strumentali e formativi che ha portato alla perdita di qualità in tutti i servizi, alle chiusure di uffici e all’abbandono di uffici del territorio nei piccoli comuni già disagiati per la carenza di servizi ed infrastrutture”.
Pacifico porta ad esempio della situazione il caso dell’ufficio postale di Maresso, dove nella giornata di martedì alle 12.40 l’operatore aveva già superato le 400 operazioni, “con l’ufficio letteralmente preso d’assalto, mentre l’Azienda è fermamente convinta della chiusura per diseconomicità dello stesso”.
L’Azienda dal canto suo, secondo quanto spiega la Cisl, dichiara che la Lombardia è in condizione di esubero di personale e si rifiuterebbe di intervenire per ammodernare strutture.
“Il peregrinare degli impiegati da un ufficio all’altro non fornisce continuità nell’erogazione dei servizi e sempre più spesso presidi che dovrebbero vedere applicate due o tre persone sono rette addirittura da una sola – prosegue Pacifico – Accade quindi che l’assenza improvvisa di un operatore causi la chiusura anticipata al pubblico dell’ufficio, come è accaduto oggi nel locale UP di Garbagnate Monastero che ha osservato apertura dalle 8.20 alle 12.40, proprio oggi primo giorno di pagamento delle pensioni, causando gravi disagi alla cittadinanza”.
“La cittadinanza della Provincia di Lecco non merita un simile trattamento dai vertici di un’Azienda ancora a totale capitale pubblico che vanta utili di bilancio da oltre 10 anni – conclude il segretario sindacale – il cui Amministratore delegato dichiara e vanta come elemento vincente la stessa capillarità e vicinanza ai cittadini che in modo sordo ed incomprensibile sta di fatto abbandonando e distruggendo”.

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