Profughi. Parolari scrive a Donato: “Non basterà un separée..”

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Stefano Parolari

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LECCO – Il racconto dell’ex assessore Ivano Donato di quanto vissuto insieme alla compagna sulla pista ciclabile, la molestia da parte di uno degli ospiti accolti alla tendopoli allestita al Bione (vedi articolo) ha creato un certo sconcerto e grande discussione tra i lecchesi.

Su questo Stefano Parolari, consigliere comunale della Lega Nord, ha deciso di scrivere una lettera indirizzata a Donato che pubblichiamo:

“Stimatissimo Ivano, per prima cosa esprimo la mia sincera ammirazione, per il semplice fatto di aver reso pubblico questo atto di profonda mancanza di rispetto e umiliazione della donna commesso da un uomo si pensa senza possibilità di acquisire lo Status di profugo ( non uso parole più forti volutamente).

La Vostra azione, Tua e della Tua compagna denota un elevato senso civico, che supera la propaganda delle fazioni e squarcia il velo sulla ipocrisia e incompetenza ahi me più culturale che logistica , che impera nella gestione del fenomeno migratorio che Io ritengo di invasione.

Spero per Te che non ti troverai in futuro a constatare che questa scelta che hai fatto, consapevole delle implicazioni , sia coraggiosa; in quanto al di là della solidarietà ipocrita e di maniera e di qualche sorriso e pacca sulla spalla, Ti assicuro che i tuoi alleati di amministrazione, Ti ascriveranno, quantomeno, nel limbo degli inaffidabili e ingestibili.

Per diventare nemico dell’ umanità intera , come me ed altri Leghisti ci vuole ancora tempo e atti.  Per il resto, ho scritto settimana scorsa un lungo intervento sulla gestione Italiana del fenomeno ed la Tua affermazione : “ Questa situazione si è venuta a creare per colpa di un atteggiamento dilettantistico della Prefettura e pilatesco da parte dell’amministrazione comunale”, ne è di fatto la conferma.

Il Governo Italiano si troverà ad affrontare, il problema di cambiare il sistema di gestione, nel senso indicato da quell’ intervento, non tanto perchè linee di azione Leghiste, ma perchè linee indicate in questi giorni sia dal vertice Merkel – Hollande che dal Presidente Obama. Per il resto consapevole della Tua straordinaria intelligenza e capacità di analisi , merce rara nella nostra amministrazione , rimango “allibito del fatto che tu lo sia ”.

Stefano Parolari
Stefano Parolari

E mi spiego. Il fatto in sé può essere commesso anche da un Italiano ed in quel caso nella maggior parte delle circostanze lo classificheremmo come un problema patologico dell ‘individuo. La sola circostanza che ti ha indotto a renderlo pubblico rende chiaro che per te non si tratta di un fatto patologico, ma potenzialmente fisiologico per uomini figli di civiltà diverse da quella occidentale che hanno vissuto in altre terre con altre culture e tradizioni .

Scusami ma tutto questo, non può risolversi con un separée. Il mio essere allibito proviene dalla constatazione, che in forma minore, anche Tu sia affetto dalla “sindrome di superiorità occidentale” .

Questa sindrome è molto presente nella filosofia delle gestione dell’ immigrazione in generale e di questa “invasione in atto” in particolare.

Una delle manifestazioni più eclatanti è il Paternalismo cattolico di cui il novello Pilato tale anche in superbia è un esempio vivente ed il Paternalismo laico Comunista, che producono il buonismo come sottoprodotto culturale e approccio sistematico. In nome dell’ anti razzismo di maniera viene prodotto un sistema di relazione Noi e loro che per partito preso ingloba questi uomini siano essi profughi o clandestini nella massa di individui definiti come vittime a prescindere se non dei buoni uomini a prescindere , da educare e integrare, una sorta di rivisitazione del “ Mito del buon selvaggio di Rousseau”.

L’ esempio eclatante è la parola “integrazione dell’ individuo “migrante”” ; il cui effetto è la eradicazione dell’ individuo dalla Sua civiltà originaria per integrarlo in un sistema di regole “nostre” per cui buone. Si specifica che il processo di eradicazione, prodromico all’ integrazione è un processo violento. Nell’ occidente Europeo ,Il fallimento del processo di integrazione e di eradicazione degli individui ha prodotto due effetti indesiderati di portata eclatante : -la modifica delle regole pre vigenti per negare il fallimento dell’ integrazione, in sostanzia se l’ individuo non si adegua, si adeguano le regole; -il potenziamento ed il rafforzamento di integralismi religiosi e culturali millenari anche violenti , come esito del rifiuto degli individui del processo di integrazione ovvero eradicazione. L’ approccio del Governo e delle elite dominanti alla integrazione è paternalistico e dilettantesco, le civiltà diverse che dovremmo integrare e che si scontrano in armi nel mondo sono almeno cinque tra quelle riconosciute e gli occidentali non possono confrontarsi solo con l’ idioma, Noi e gli altri perchè riduttivo e paternalistico e generatore di profondi errori di azione politica.

Per capire meglio quanto affermo consiglio due letture : Lo scontro delle civiltà e il nuovo ordine mondiale libro del 1996 (Samuel P. Huntington)“ “Contro l’islamizzazione della nostra cultura libro del 1996 Pim Fortuyn, Il tutto per definire che un processo di immigrazione e di coinvolgimento in una società può essere fatto con individui che accettano le regole vigenti del posto dove vanno a vivere. Non ha alcun senso iniettare nella società , uomini che vivono praticano e credono usanze diverse anche profondamente incompatibili con la nostra visione.

Il fatto avvenuto a Lecco che hai denunciato è paradigmatico; in quanto è notorio che la visione della donna come individuo autodeterminato e con libero arbitrio è un dato affermato ma non ovvio nelle terre di cultura occidentale , ma altrettanto notoriamente nelle altre civiltà la donna ha ruoli e posizioni che non prevedono l’ autodeterminazione della stessa come individuo. Ne discende che non riuscendo ad integrare ovvero a eradicare la cultura originaria negli uomini che stanno entrando in dimensioni bibliche nel nostro territorio, saranno le nostre regole e le nostre usanze ad adeguarsi prima per prassi ( vedasi infibulazione) e poi per usi e costumi riconosciuti dalla legge .

Episodi, gravi, come quelli di ieri diventeranno normalità sulla pubblica piazza, con buona pace di tutti. In sostanza si ribadisce, con questa spiacevole opportunità che il problema non è accogliere o non accogliere; ma i numeri gli obiettivi e che regole comuni vogliamo ed cosa siamo disposti a sacrificare. In questo momento è chiaro che siamo disposti a sacrificare la condizione della donna nella società occidentale.

Stefano Parolari
Consigliere Comunale