BALLABIO – Alessandra Consonni, sindaco del Comune di Ballabio, di concerto con l’assessore comunale alle Politiche sociali Sara Gattinoni, denuncia di aver “appreso soltanto da fonti non istituzionali dell’esistenza di almeno un caso di scabbia” che interesserebbe la struttura privata dove vengono alloggiati i richiedenti asilo alloggiati in paese, “imposti – sottolinea il sindaco – senza chiedere il permesso a nessuno”.
Per Consonno “si tratta di un fatto inaccettabile – prosegue – che le fonti istituzionali non si premurino di fornire queste comunicazioni perchè il sindaco è, per legge, l’autorità sanitaria locale che ha la facoltà e il dovere di emanare ordinanze vincolanti a tutela dei cittadini in materia di igiene e sanità. Il colmo è che dall’Ats di Lecco si sono fatti vivi solo per sapere se era vero che la sottoscritta aveva protestato per non essere stata informata. L’Asl si è lamentata per quella che è stata definita fuga di notizie: evidentemente i cittadini non devono sapere, e neppure il sindaco che ha il dovere di tutelare la salute pubblica. L’Ats si appella ai protocolli, ma se i protocolli legittimano queste condotte allora vanno cambiati: si deve intervenire in Regione e in Parlamento. Ho già informato il senatore Arrigoni dell’accaduto, chiedendogli di intervenire anche per mezzo di una opportuna interrogazione parlamentare sull’accaduto”.
Il primo cittadino attacca l’autorità sanitaria, “ritiene che la scabbia non sia un tale pericolo da dover informare un sindaco “ eppure “se sono arrivati a mettere in quarantena per sette ore alcune persone entrate in contatto con il profugo che alloggia a Ballabio, allora significa che il contagio non è così improbabile”.
Il sindaco si rivolgerà anche alla Prefettura, “che ha garantito sullo stato di salute degli asilanti. Nel settembre 2014 le segreterie provinciali di ben 6 sigle sindacali di polizia (Siulp, Siap, Coisp, Ugl, Consap, Silp-Cgil), sottoscrissero un documento allarmante sui profughi che arrivano nel Lecchese in cui si affermava che di sicuro, chi li ha accolti non conosce le condizioni fisiche e non serve un luminare per capire che diverse patologie hanno lunghi periodi di incubazione e quindi sfuggono facilmente al primo controllo medico”.
“Inoltre – conclude il sindaco -, da un anno i responsabili del centro privato che alloggia i profughi a Ballabio stanno premendo per ottenere che il Comune assegni ai loro ospiti attività in paese, a contatto con i cittadini. D’intesa con l’assessore alle Politiche sociali Sara Gattinoni, che è anche medico veterinario professionalmente consapevole dei rischi che comportano questa e altre malattie contagiose, non abbiamo mai dato corso alla richiesta, peraltro non condivisibile anche per tutta una serie di questioni. Una circostanza che dimostra quanto sia grave non riferire al sindaco fatti importanti in relazione al dovere di assumere decisioni finalizzate alla salvaguardia della salute pubblica”.