Scuole. I criteri per le possibili chiusure e l’iter in Comune

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Salvatore Rizzolino (PD)
L'assessore Salvatore Rizzolino
L’assessore Salvatore Rizzolino

LECCO – “Nonostante se ne parli già da alcune settimane, inizia questa sera il vero percorso vero e proprio che ci porterà a ridefinire il dimensionamento scolastico del capoluogo”. Così l’assessore all’Istruzione, Salvatore Rizzolino, ha aperto giovedì sera la commissione che si occuperà di riformare i plessi e di decidere sulle eventuali chiusure di alcune scuole, ipotesi che ha già messo in subbuglio i residenti dei quartieri periferici della città.

Alle proteste, Rizzolino replica annunciando “un percorso di partecipazione autentica” scandito da diverse tappe dentro e fuori il Comune, a partire dalla raccolta dei contributi di riflessione aperta a chiunque voglia esprimere le proprie osservazioni all’amministrazione comunale e che si concluderà il 21 maggio. A fine mese la commissione si riunirà per discutere delle ipotesi concrete di ridimensionamento, mentre a giugno verranno ricevuti in forma scritta i pareri del provveditorato scolastico, delle scuole, dei sindacati e dei comitati di quartiere.

Opinioni di cui si discuterà a luglio, nella commissione e nel consiglio comunale intermedio rispetto al voto decisivo dell’aula, che giungerà tra fine settembre e ottobre, dopo la delibera di giunta che formulerà la proposta ufficiale.

Come si deciderà quali scuole chiudere? “Abbiamo stilato alcuni criteri di cui si dovrà tenere conto – spiega l’assessore – al centro del progetto di riorganizzazione ci sono i bambini e la qualità dell’insegnamento che a loro deve essere offerta, la migliore possibile. Si dovrà tenere poi conto della verticalità della didattica, creando percorsi coerenti dalla scuola dell’infanzia alle medie, evitando, come succede oggi, che gli alunni debbano spostarsi da un plesso all’altro. Quindi una zonizzazione dei plessi, per scongiurare che ci siano aree della città scoperte dal servizio scolastico anche se non sarà scontato che queste zone coincidano con i quartieri”.

Determinante nelle scelta delle scuole che dovranno chiudere sarà ovviamente anche lo stato degli edifici scolastici e i servizi in grado di offrire (palestra, mensa, biblioteca..). Non saranno previste nuove edificazioni scolastiche ma il Comune chiederà di poter usufruire di quegli immobili comunali concessi alla provincia, come quello del Liceo Manzoni e del Medardo Rosso.

“Non voglio essere criteri per forza di taglio ma costruttivi – precisa Rizzolino – ci sarà un percorso di partecipazione attraverso il quale vedremo quali sono le necessità del territorio. Se si deciderà di salvare scuole oggi carenti di servizi, sarà poi necessario programmare degli interventi affinché rispettino i principi che ci siamo dati”.