Sentiero del Viandante: “soltanto” una scala divide Lecco da Abbadia

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L’imbocco del sentiero in zona trattoria “I Bodega”

 

LECCO – Un lavoro duro per strappare alla natura ciò che con il tempo si era ripresa. Sei anni fa le prime esplorazioni: il passo lento, lo sguardo incollato a terra alla ricerca delle poche tracce rimaste di quel sentiero che collegava Lecco e Abbadia.

Un sentiero che fino a qualche decennio fa veniva utilizzato: c’è ancora chi si ricorda quella “passeggiata” che dalla trattoria Bella Olga, dove oggi c’è la trattoria I Bodega, portava alla Torraccia e quindi alla spiaggetta di Abbadia. E’ l’inizio del Sentiero del Viandante, il pezzo mancante, pochi chilometri di tracciato che consentirebbero il collegamento con la città di Lecco.

All’inizio il cartello che avverte che il sentiero non è percorribile

 

Giuliano Maresi, 78 anni, Ragno della Grignetta e membro del Cai, prima lo ha riscoperto e poi lo ha sistemato. “Mi raccomando, specifica bene, che il sentiero non è percorribile… scrivilo bello grande, in stampatello!”.

Lo abbiamo percorso (impossibile farlo senza la sua guida) per toccare con mano quanto poco serva per rendere completo il Sentiero del Viandante. Il lavoro grosso lo ha fatto tutto, e per la verità lo sta facendo ancora, Maresi: “Non è stato semplice trovare il sentiero più logico, ho dovuto battere tante tracce, alcune più evidenti, altre meno. Sono stato costretto a procedere per tentativi e più volte mi sono trovato davanti a un vicolo cieco”.

Uno dei nastri arancioni con cui Maresi ha segnato il sentiero

Alla fine, come in un puzzle, la soluzione è arrivata: “E’ stato difficile districarsi, ma poi sono arrivato in un punto dove mi si è aperto il sentiero davanti, le tracce di un passaggio umano erano evidenti”.

Maresi ha segnato il percorso con dei piccoli nastri arancioni legati sulle piante: “Il sentiero però non ha un inizio, ma soprattutto non ha nessuno sbocco, perciò non si può percorrere”.

Splendidi scorci sul lago

 

Il problema “più grosso” infatti è legato all’attraversamento delle gallerie della statale 36 e dello svincolo di Abbadia, l’unico ostacolo prima di raggiungere la spiaggetta all’inizio del paese. Servirebbe una scala di poco più di sei metri per agevolare il passaggio, una lavoro da poche migliaia di euro che nessuno si decide a fare.

Maresi ha effettuato anche alcuni sopralluoghi, due anni fa ha percorso il sentiero con il sindaco di Lecco Virginio Brivio, purtroppo in questi mesi la situazione è rimasta sempre la stessa e di quella scala per il momento non c’è alcuna notizia.

Giuliano Maresi

 

Soltanto Giuliano Maresi sa il lavoro che c’è voluto per rendere il tracciato percorribile. Dopo aver trovato il sentiero, ci sono voluti anni di lavoro per ripulirlo tutto e realizzare quelle piccole (ma faticose) opere che agevolano il passaggio: scalette, gradini, tronchi posizionati ad hoc per evitare piccoli cedimenti… Per bypassare una zona interessata da una frana Maresi ha dovuto cambiare il percorso originario e, per andare a riprenderlo, ha impiegato 14 ore per costruire una scaletta di pietra: “Non sono un muratore, ma ho chiesto consiglio a un amico che lo è, alla fine mi ha detto che ho fatto un buon lavoro… per fortuna!”

Una delle tante opere effettuate da Giuliano Maresi per rendere più agevole il passaggio

Alla fine degli anni ’70 aveva riportato alla luce il sentiero dei Tecett e il sentiero dei Pizzetti che oggi vengono utilizzati molto spesso da chi sceglie un percorso alternativo e meno banale per salire al San Martino. Maresi, oltre che un alpinista esperto, è anche un profondo conoscitore del territorio.

Lungo il sentiero che corre sopra la statale 36 offrendo splendidi scorci sul lago, abbiamo trovato terrazzamenti e muri a secco, segno che quei pendii un tempo erano coltivati, oltre a vecchie trappole per uccelli. Grazie all’esperienza di Maresi è stato facile notare tracce del passaggio di animali: tassi, cervi, caprioli… Un mondo da scoprire che oggi, però, non ha un inizio e nemmeno una fine.  Il sentiero è lì, Maresi continua fare una manutenzione costante, ha già individuato anche alcuni punti dove poter collocare un tavolo e panchina: “Basterebbe così poco per concluderlo e renderlo fruibile a tutti”.

Il muro sul quale andrebbe posizionata la scala per consentire il passaggio
Il cartello messo da Maresi in fondo al sentiero che indica l’assenza di uno sbocco

Chissà che, grazie alla buona volontà di qualcuno, non si muova qualcosa e finalmente si riesca a realizzare un’impresa… possibile!

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