Si attende bollente l’incontro del Cai Milano a Barzio dedicato alla gestione dei rifugi

Tempo di lettura: 7 minuti

BARZIO – Il Cai Milano del presidente Massimo Minotti sceglie la Valsassina, per la precisione la sede della Comunità Montana a Barzio, come location per l’incontro dal titolo “Rifugi Alpini tra tradizione e innovazione” in programma l’11 maggio, dalle 9.30 alle 14.

Sicuramente non un caso, dopo la pioggia di critiche piovuta in seguito alla scelta del Cai meneghino di non assegnare più, a fine 2017, il rifugio Rosalba allo storico gestore Mauro Cariboni dopo 23 anni di servizio, con l’intenzione di affidarla ad Alex Torricini già gestore del rifugio Brioschi al Grignone, il quale, recentemente, ha preso in gestione un terzo rifugio: lo storico Porta, ai piedi della Grignetta, in seguito alla decisione del gestore Claudio Trentani di lasciare. Sui motivi dell’addio di Trentani al Porta, il diretto interessato, raggiunto telefonicamente, ha preferito, al momento, non rilasciare dichiarazioni.

Ormai da mesi, soprattutto sui social, sono fioccate critiche e discussioni, ma anche richieste di spiegazioni direttamente al Cai Milano come quella della scrittrice Mirella Tenderini, tra le più grandi esperte del mondo di alpinismo nonché moglie del compianto Luciano Tenderini, alpinista con il quale gestì diversi rifugi tra cui, proprio ai Resinelli, il Sem Cavalletti ora Soldanella e l’ex rifugio Italia. La scrittrice ha aperto una pagina Facebook dal titolo eloquente “Salviamo i Rifugi” chiedendo, in un post (che trovate a fine articolo), lumi al Cai Milano. La risposta (riportata sempre in fondo a questo articolo) è giunta dallo stesso presidente Minotti.

Lontani dal voler dare sentenze e giudizi al riguardo è evidente che il clima sul tema dell’assegnazione della gestione dei rifugi da parte del Cai Milano, proprietario delle strutture, è diventato “bollente” e il tavolo di confronto dell’11 maggio, aperto a tutti, potrà indubbiamente chiarire molti aspetti.

Il Cai Milano, annunciando l’appuntamento dell’11 maggio, fa sapere che l’incontro servirà per “identificare continuità e differenze tra passato e presente nel ruolo del rifugista e dei rifugi, rinnovare il legame di alleanza tra chi gestisce il rifugio e il CAI, ragionare insieme e trovare un punto di vista comune per il futuro. È questo lo scopo dell’incontro”.

Quindi, il Cai, prosegue: “Presidio d’alta quota con finalità di salvaguardia dell’ambiente e di formazione alla frequentazione della montagna, attività turistica ricettiva, luogo pubblico aperto a soci e non soci, meta di escursioni o punto di appoggio e di passaggio. È impossibile sintetizzare in una sola parola le funzioni dei rifugi alpini, che per storia e ubicazione hanno sempre avuto caratteristiche uniche. Nell’evoluzione dei tempi anche i rifugi stanno vivendo una trasformazione e alcuni tratti che li distinguevano in passato trovano oggi minore rilevanza, mentre nuove funzioni e caratteristiche si fanno largo, soprattutto in alcune realtà. In questa fase di cambiamento è importante allora interrogarsi su ciò che vogliamo mantenere e ciò che invece vogliamo modificare. La giornata dell’11 maggio vuole dunque affrontare questi temi ed essere un momento di dialogo, in cui il CAI Milano, il CAI Centrale, i rifugisti, le Istituzioni pubbliche, gli stakeholders e i frequentatori dei rifugi possano esporre ciascuno la propria visione e ascoltare la voce degli altri. Non uno scontro ma un confronto, per analizzare e trovare una linea il più possibile condivisa”.

L’incontro “Rifugi Alpini tra tradizione e innovazione” vedrà la partecipazione dell’Assessore allo Sport e alle politiche per i giovani Antonio Rossi, del Sottosegretario alle politiche per la Montagna di Regione Lombardia Ugo Parolo, del sindaco di Pasturo Guido Agostoni, del presidente generale del CAI Vincenzo Torti, del vicepresidente CAI con delega ai rifugi Antonio Montani, del past president generale del CAI Annibale Salsa, del presidente del CAI Lombardia Renato Aggio e del presidente del CAI Milano Massimo Minotti.

Interverranno anche Carlo Lucioni, past president della Commissione rifugi CAI Lombardia, Alberto Pirovano, membro della Commissione Centrale Rifugi, Danilo Alluvisetti gestore del rifugio Sassi Castelli ai Piani di Artavaggio, Alessandro Meinardi, direttore del Parco Nazionale dello Stelvio-Lombardia e il direttore della rivista Meridiani Montagne Marco Albino Ferrari.

L’incontro sarà anche l’occasione per premiare i tre rifugi del CAI Milano, V Alpini, Brioschi e Elisabetta, che nell’ultimo anno hanno vinto il concorso indetto da Meridiani Montagne “Il rifugio del cuore”.

[clear-line]

Post Facebook Mirella Tenderini

Penso che il CAI Milano, proprietario dei tre rifugi della Grigna (Brioschi, Rosalba e Porta) debba una spiegazione ai suoi soci, ma anche a tutti gli altri soci del Cai e a tutti gli alpinisti, del fatto quantomeno inconsueto di allontanamento di due gestori e dell’affidamento dei loro rifugi (Porta e Rosalba) a un terzo che guarda caso è già gestore di uno dei tre rifugi (Brioschi).
Non sto lanciando un’accusa, ma cerco chiarimenti:
1. È legittimo da parte del CAI affidare tre rifugi (non facilmente raggiungibili tra di loro se no con un elicottero) a una sola persona? (forse sì, ma non lo so ed è per questo che chiedo)
2. Come intende il nuovo gestore gestire tre rifugi? (non essendo il CAI un azienda privata immagino che tutti i soci del CAI abbiano il diritto di porre questa domanda)
3. In ogni caso il solo fatto che ci sarà un solo gestore senza il dono dell’ubiquità trasforma completamente l’immagine del rifugio che gli alpinisti e gli escursionisti hanno del “Rifugio”, siano essi soci del Cai o non soci, confermando ciò che preoccupa molti: che i rifugi, cioè, siano diventati o stiano diventando semplicemente un mezzo per far soldi. Chiedo a tutti coloro che hanno a cuore le sorti dei rifugi (non solo questi tre, ma TUTTI i rifugi) di esprimere la loro opinione.

[clear-line]

Post Facebook Massimo Minotti Presidente Cai Milano

Di norma la Sezione del CAI Milano non usa inserirsi in dibattiti e/o polemiche sui Socials ma usa tali strumenti, utili, per non dire oggi indispensabili, per comunicare ai soci e simpatizzanti le proprie iniziative.
Poiché però le ultime vicende che la vedono protagonista nella questione dei rifugi di sua proprietà spesso vengono travisate, ad arte o meno, diffondendo notizie non vere anche da autorevoli esponenti del mondo della Montagna, il presidente Massimo Minotti ritiene di dover rettificare alcune affermazioni contenute nel post di Mirella Tederini, anche a tutela delle persone che collaborano con la Sezione, compresi gli altri 13 Gestori dei propri rifugi che lavorano con dignità e passione.

Messaggio a Mirella Tenderini di Massimo Minotti, presidente del CAI Milano

Gentile Signora Mirella, innanzi tutto chiedo scusa per il ritardo con il quale intervengo sui quesiti da lei sollevati. Come sa, o forse no, la nostra opera al CAI è totalmente volontaristica, ed essendo io, per fortuna, ancora occupato in un’attività lavorativa impegnativa non riesco ad essere presente sulla rete con la tempestività che lo strumento prevede.

Le evidenzio sin da subito che il suo post contiene una serie di imprecisioni che rasentano la scorrettezza. Scorrettezza che il CAI Milano non si merita, visto che lei è stata ospite nei suoi locali per la promozione di libri da lei scritti, e per l’amicizia che la lega ad alcuni Past President. Bastava quindi una telefonata a me o a qualche suo amico del CAI Milano, per chiarire sia che il Signor Mauro Cariboni è tuttora e per tutto il 2017 il gestore del rifugio Rosalba sia che Claudio Trentani non è stato allontanato ma che se n’è andato “sua sponte”, tra l’altro all’improvviso e mettendo in difficoltà la Sezione che ha rischiato di dover chiudere il Rifugio. L’affidamento ad Alex Torricini è stata, perciò, una necessità dettata dall’urgenza di trovare una soluzione tempestiva ad una situazione creata dal Trentani. Affidamento peraltro temporaneo, cioè fino alla fine di quest’anno, come lo stesso Torricini ha ribadito.

Curioso il fatto che lei si ponga il problema della legittimità dell’atto di affidamento. Lei stessa è stata, insieme al compianto Luciano, gestore di rifugio e sa quindi che le Sezioni del CAI sono associazioni private e che i loro Organi Direttivi rispondono solo ed unicamente ai propri Soci.

Su come poi il gestore “pro tempore” Alex Torricini intenda operare sui rifugi a lui affidati è questione che attiene alla sua organizzazione. Certamente il Signor Torricini ha finora dimostrato di sapersi muovere fino al Rifugio Brioschi, in vetta al Grignone, in autonomia, nonostante l’incidente di montagna occorsogli l’anno scorso. E per raggiungere il Porta non ci vuole certo l’elicottero.

Secondo lei basta affidare ad un solo gestore più di un rifugio per trasformarne l’immagine e lo scopo? O è il modo in cui si gestisce che fa la differenza? E’ forse un caso che tre rifugi del CAI Milano si siano classificati ai primi tre posti del concorso “Il Rifugio del cuore” indetto da “Meridiani Montagne”, una delle più autorevoli riviste di montagna rimaste nel panorama italiano?
Come abbiamo più volte ribadito, i principi con cui amministriamo i beni lasciatici dai nostri Padri Fondatori sono e rimangono quelli dettati dalla Carta Etica del CAI: il Rifugio inteso quale “presidio del territorio e luogo di diffusione di conoscenza e cultura della montagna” in linea con gli scopi statutari del Sodalizio. Certo! il tutto conciliato con la sostenibilità economica per la manutenzione degli immobili. I rifugi sono creature fragili e hanno bisogno di cure continue e costose, che hanno spesso dissanguato le sezioni del CAI. E’ attraverso i nostri interventi che passa la loro sopravvivenza. A meno che, lei e suoi numerosi followers, non decidiate di devolvere al CAI una parte del vostro reddito per la loro sopravvivenza e “Salvezza!!!”.

Con la stima di sempre.