Smog, Coldiretti: “Con più verde in città stop alla danza della pioggia”

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COMO-LECCO  – “Non si può continuare a rincorrere le emergenze con la danza della pioggia ma bisogna intervenire in modo strutturale anche per favorire nelle città la diffusione del verde pubblico e privato capace di catturare lo smog”. È quanto afferma il presidente della Coldiretti Como Lecco Fortunato Trezzi nel commentare le prime pagine dei quotidiani locali degli ultimi due giorni.

A favorire lo smog nelle città è l’effetto combinato dei cambiamenti climatici, dell’inquinamento e della ridotta disponibilità di spazi verdi. Le piante – sottolinea la Coldiretti lariana – concorrono a combattere le polveri sottili e gli inquinanti gassosi ma, se in Italia ogni abitante dispone nelle città capoluogo di appena 31,1 metri quadrati di verde urbano, a Lecco siamo addirittura al di sotto dei 15 metri quadrati scivolando all’ottantatreesimo posto nella classica ISTAT; meglio a Como, tredicesima a livello nazionale, con 69 metri quadrati di verde per abitante. “Per questo è necessario – prosegue Trezzi – introdurre misure di defiscalizzazione degli interventi su giardini e aree verdi da realizzare con un meccanismo simile a quello previsto per il risparmio energetico, le abitazioni, i mobili o gli elettrodomestici”.

Una pianta adulta – sottolinea la Coldiretti –  è capace di catturare dall’aria dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili; con un ettaro di piante si elimina circa 20 chili di polveri e smog in un anno. Oltre a svolgere funzioni di tipo estetico e psicofisico le aree verdi – continua la Coldiretti – producono effetti che concorrono, in modo rilevante, all’eliminazione delle polveri e degli inquinanti gassosi, al miglioramento del microclima, attraverso l’ombreggiamento e l’emissione di imponenti volumi di vapore acqueo, alla riduzione dei rumori e alla protezione del suolo. Di fronte all’aumento del traffico occorre quindi – continua la Coldiretti – salvaguardare ed incentivare gli spazi verdi nelle città per l’importante funzione che svolgono per l’ambiente, la salute, l’economia ed anche l’estetica.

Ad esempio Lecco, pur essendo il capoluogo più grigio della Lombardia, è nella top ten a livello nazionale per incidenza percentuale sulla superficie comunale sia delle aree sportive all’aperto (16,9% del verde cittadino), sia degli orti urbani (1,6%), tipologia quest’ultima in cui rispetto al capoluogo lariano fanno meglio solo Parma (2,7%), Aosta (2,2%) e Pesaro (2,1%). Ma sono praticamente inesistenti i grandi parchi, le aree boschive e di forestazione urbana.

Como invece – conclude la Coldiretti lariana – ha il primato assoluto a livello nazionale per incidenza delle aree verdi incolte (85% del verde cittadino) ovvero quelle aree prive di coltivazioni specifiche ma con una vegetazione spontanea non soggetta a manutenzione. Se da un lato ciò potrebbero rappresentare un sinonimo di degrado, dall’altro lato queste aree rappresentano comunque un prezioso freno al dilagare del consumo di suolo.  Il capoluogo è molto carente, però, di grandi parchi, aree sportive all’aperto e verde di arredo urbano. Ciò non aiuta a migliorare l’aria e, purtroppo, proprio nelle ultime ore i dati incoronano la città capoluogo come ‘maglia nera’ in Lombardia: in tutta la regione, infatti, i valori del Pm10 nell’aria ieri hanno superato la soglia di 50 microgrammi al metro cubo (come confermano le centraline dell’Arpa) ma a  Como si è raggiunto  addirittura il picco massimo di 220 mg /m3.