LECCO – La spending review applicata alle forze dell’ordine? In alcune province lombarde sono previste riduzioni di compartimenti e degli uffici della Polizia di Stato a causa della carenza degli organici e al blocco del turn over.
Tagli che non riguarderebbero Lecco ma dal capoluogo manzoniano giunge la solidarietà dei rappresentanti sindacali degli agenti lecchesi per i colleghi lombardi: “Si ritiene che gli uomini e le donne della Polizia di Stato stanno già contribuendo alla richiesta di riduzione delle spese svolgendo il proprio dovere quotidianamente a fronte della sempre più forte carenza di mezzi e strutture logistiche considerando anche i blocchi stipendiali e la mancanza di avanzamenti di carriera” ha denunciato il segretario provinciale dell’UGL Polizia di Stato, Fulvio Gonella.

“Altre richieste di sacrifici – prosegue il segretario – non possono essere ritenute accettabili a fronte di un continuo sperpero di denaro pubblico e privilegi che resistono in altri settori della pubblica amministrazione”.
In Lombardia è prevista la riduzione dei presidi di polizia stradale di Salò e Iseo, la chiusura del commissariato di Treviglio, la chiusura di tutti gli uffici della polizia postale, tranne quello di Milano, la chiusura delle squadre nautiche di Como e Pavia.
“Pur non avendo tagli – denuncia Gonella – la chiusura dell’ufficio di Polizia Postale di Como, che finora è stato un riferimento per il nostro territorio, avrà i suoi riflessi anche su Lecco perché i nostri agenti, così come per i colleghi delle altre province, dovranno relazionarsi unicamente con Milano”.
Di seguito il comunicato diramato dalla sede regionale dell’UGL:
“Il pensionamento della Polizia, è questo il messaggio che traspare dallo studio in corso, presso il dipartimento della p.s., relativo alla revisione dei presidi e degli uffici della polizia di stato dovuta alla conclamata carenza degli organici, dovuta al blocco del turn over. è parere di tutte le organizzazioni sindacali che, quello presentato come uno studio, sia di fatto una volontà già definitiva del dipartimeno della p.s. che intende procedere ad una irrazionale chiusura di compartimenti e di presidi su tutto il territorio nazionale. nel momento in cui si parla di omicidio stradale, di sicurezza sui treni, di pedopornografia e truffe su internet, si ritiene “utile” chiudere molti uffici della polizia stradale, ferroviaria e postale. In lombardia infatti è prevista la riduzione dei presidi di polizia stradale di salò e iseo, la chiusura del commissariato di treviglio, la chiusura di tutti gli uffici della polizia postale, tranne quello di milano, la chiusura delle squadre nautiche di como e pavia.
un esempio su tutti è la prospettata chiusura del r.i.p.s. di milano costituito nel 2008 sull’onda della positiva sperimentazione avvenuta a roma. in quel momento il dipartimento sbandierava tale apertura come una conquista e un ulteriore passo verso il miglioramento della sicurezza autostradale; risultato effettivamente conseguito grazie all’impegno e alla dedizione del personale impiegato.
A distanza di anni lo stesso dipartimento ritiene che quell’impegno e quella dedizione, come anche quello degli altri appartenenti alla polizia stradale sparsi in tutta italia, non è più utile a contribuire alla sicurezza della circolazione stradale e nella lotta alla microcriminalità in autostrada e ha deciso di sciogliere tale reparto. ritengo personalmente che la chiusura dei presidi di polizia non porterà ad una notevole riduzione della sicurezza del cittadino, ormai già gravemente compromessa da scellerate decisioni della politica in tema di “sfollamento delle carceri” e abrogazione di reati, ma contribuirà ad aumentare il senso di insicurezza ma anche la demotivazione del personale, anche questa già messa a dura prova, che si vede “utilizzato” solo per campagne pubblicitarie del momento . vedere l’impegno e il sacrificio personale svanire sotto la scure di una “spending review” della sicurezza operata linearmente, è devastante per chi ancora svolge il suo servizio con dedizione e con l’idea di contribuire al vivere civile.
uno stato che deve farsi rispettare non può permettersi operatori di polizia privi della necessaria spinta motivazionale, che resta l’unico stimolo utile a superare le difficoltà operative dovute alle note carenze di mezzi e strutture logistiche, ma anche a quelle di natura economica dovuta ai blocchi stipendiali e alla mancanza di avanzamenti di carriera. una rimodulazione, con eventuale riduzione di presidi, finalizzata ad ottenere risparmi di spesa, non può prescindere da un’attenta analisi relativa ai costi ma anche alle ripercussioni sul territorio circostante e sul benessere del personale, che si vede destinato improvvisamente ad un’altra tipologia di servizi in una sede magari distante centinaia di chilometri..
la chiusura degli uffici di salò e iseo, per esempio, non potrà che avere ripercussioni negative sul territorio circostante caratterizzato, tutto l’anno, da grande affluenza di turisti provenienti da ogni parte del mondo, ma anche sul personale specializzato che, improvvisamente, si vedrà destinato in altri uffici e costretto a sobbarcarsi impegnativi viaggi verso la nuova sede di servizio. personalmente ritengo che stiamo già largamente contribuendo alla richiesta di riduzione delle spese dello stato e che ulteriori richieste di sacrifici non possanoessere ritenute socialmente accettabili, a fronte di un continuo sperpero di denaro pubblico e di privilegi che ancora resistono in altri settori della pubblica amministrazione.

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