Zero Luciano: il gigante buono che canta per solidarietà

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LECCO – Incarna il celebre gigante dall’animo buono. Quasi un metro e novanta di statura per oltre 110 chili. Sembrerebbe più un giocatore da rugby che un artista di provincia, ma la sua smisurata passione per la musica e, in particolare, per Renato Zero l’ha portato ad inventarsi il personaggio: ZeroLuciano, con tanto di costumi e un piccolo tour estivo.

“Canto perchè mi piace e mi fa stare bene, ma ZeroLuciano si materializza solo quando c’è un obiettivo nobile”. Eccolo l’animo buono del gigante che subito affiora, lui che dice di avere la musica nel dna… “se n’era accorto subito mio padre Paolo – racconta sfogliando il libro dei ricordi – suonava la fisarmonica e con l’amico Peppino Mazzoleni (violino) componevano, ai loro tempi, un duo musicale richiestissimo, arrivando persino a suonare al teatro sociale. ‘Te ghet urec’ (hai orecchio) mi diceva, quando ascoltandolo mentre suonava gli tenevo il ritmo picchiettando le dita sul tavolo”.

Lui, Luciano Frigerio, il gigante dall’animo buono, classe 1964, lecchese doc, in certo qual modo l’ “urec” non l’ha mai perso e pur non avendo seguito le orme del padre: “purtroppo non suono nessuno strumento – confessa – mi è tuttavia rimasta la passione per il canto. E pare che ci riesca discretamente; almeno, così dice chi mi ascolta”.

Passano gli anni, neanche troppi, e non ancora adolescente con il fratello Giulio finisce ad un concerto di Renato Zero a Miramare. Fu un colpo di fulmine. “Quello è matto, ricordo di aver pensato quando lo vidi per la prima volta. Ma solo negli anni a seguire, dopo l’adolescenza ho iniziato a capire il vero significato di quella ‘pazzia’, l’animo sorcino e il valore delle parole di ogni canzone di Renato”.

Il tempo intanto scivola via, arrivano gli Anni ’80 e con loro l’Ellepi “Tregua” e la canzone “Amico” che strega Luciano. “La cantavo insieme a Giovanni Jonny Valsecchi, purtroppo scomparso prematuramente – spiega – e si può dire che è con quella canzone che ho iniziato a seguire veramente Renato, arrivando ad acquistare tutti i suoi vinili e più avanti i suoi cd e i dvd. Sono stato a 31 suoi concerti e sono persino riuscito a incontrarlo di persona, partecipando tra il pubblico al programma Chiambretti Night, quando ci fu lui come ospite… che grande emozione!”.

Arrivano gli Anni ’90 e il karaoke di Fiorello toglie ufficialmente il velo all’ugola di Luciano. Si esibisce in un paio di occasioni all’Orsa Maggiore di Silvano Sormani, dove per anni ricopre il ruolo di PR. Un amico dopo averlo sentito lo sprona a continuare ad esibirsi e ad una gara canora organizzata nell’allora discoteca Fayri di Calolziocorte arriva secondo osannato dal pubblico presente che lo dichiara vincitore morale.

Si arriva così al settembre del 2004 quando il bar Frigerio organizza una partita di calcio insieme a RadioDeejay per raccogliere fondi a favore della ricerca contro la sclerosi multipla. Il gran finale vede un concerto in piazza XX settembre a Lecco. Per la prima volta Luciano si presenta al grande pubblico con una coreografia degna di Renato Zero… la piazza straordante gradisce, applaude, urla… E’ un successo. ZeroLuciano è nato.

“Tutto ha avuto inizio in questo modo – conferma Luciano – e da allora ho continuato ad esibirmi per aiutare chi sta meno bene, chi è in difficoltà e chi è meno fortunato”. E infatti, negli anni successivi ZeroLuciano chiama a raccolta fan, amici e simpatizzanti in diverse serate organizzate per cercare di aiutare Attilio Rosa di Germanedo, le piccole Martina Laquidara e Alice di Bellano ma anche l’associazione Abil di Lecco e ancora, nascono le “Festazze”, un mix di discoteca con un mini spettacolo di Zero Luciano, organizzate in collaborazione con i Ragazzi Anni ’80 (Salvatore Manfreda, Beppe Macaione e il Deejay Franco Iannone) grazie alle quali vengno raccolti fondi per famglie in difficoltà.

Però, come nelle migliori favole anche in quella di Zero Luciano non mancano nuvole nere all’orizzonte… Tre anni fa viene colto da infarto. Per ZeroLuciano si aprono le porte dell’ospedale prima e della sala operatoria dopo. Poi segue una lunga riabilitazione. Il periodo non è decisamente dei migliori e quando il peggio sembra passato, Luciano deve tornare per due volte sotto i ferri… ma anche questa, in certo qual modo è una favola, e così, “grazie a Luca Mircoli, Franco Ruffa, Chiara Addamiano, Jolanda Baglivo, Giuseppe Pani e Camillo Gerosa del reparto di Cardiochirurgia di Lecco oggi sono ancora qui – sorride – Senza dimenticare la mia splendida ragazza, Marzia, che, infermiera di professione, ha capito tutto in anticipo, salvandomi la vita. Perchè – tiene a precisare – se da un lato è vero che nella vita bisogna avere culo, dall’altro lato devi avere chi ti apre le arterie in tempo…”.

E così, Luciano Frigerio, Ciano per gli amici, meccanico in una nota azienda del lecchese, ritrova la forza e la voglia di vivere; non molla e reagisce e proprio grazie al canto e alla forza dell’amicizia ritrova il suo sorriso e quello degli altri. “Viva e non dimenticatemi!”.