MISSAGLIA – Dopo la tragedia di Prato, dove l’incendio ad una fabbrica- dormitorio ha ucciso 7 operai asiatici, anche nel lecchese è scattato un blitz delle forze dell’ordine che ha riguardato un’azienda commerciale di Missaglia gestita da cinesi.
Un’operazione culminata nella mattinata di mercoledì, quando la Squadra Mobile e l’Ufficio Immigrazione della Questura, insieme al personale dell’Asl e agli agenti della Polizia Locale di Missaglia, hanno proceduto ad un controllo amministrativo all’ “Atelier di Guan S.” sito al civico 47 di via XXV Aprile.
All’interno dello struttura, oltre alla titolare, sono stati trovati 8 cittadini cinesi ed una cittadina italiana. I controlli permettevano di acclarare che solo 3 tre di loro risultavano regolarmente assunti, mentre quattro risultavano sprovvisti del contratto di lavoro ed uno, del quale non si riuscito ad accertare se fosse effettivamente anch’esso dipendente, clandestino sul territorio nazionale.
Così è scattata la denuncia all’Autorità Giudiziaria nei confronti della titolare per aver dato ospitalità al clandestino in questione, visto che quest’ultimo aveva i propri effetti personali in una delle stanze adibite a dormitorio sito al primo piano della ditta in argomento.
Denunciato anche il clandestino (W.W.) per il quale è stato emesso ordine del questore a lasciare il territorio nazionale.
Per la parte relativa ai rapporti di lavoro, la Direzione Territoriale del Lavoro, accertato che il numero delle persone non in regola con la normativa sul lavoro era superiore al 20% dei lavoratori presenti, ha imposto la sospensione dell’attività ed una sanzione di euro 1500. La sospensione, come previsto, potrà essere interrotta dalla titolare dell’attività qualora decida di assumere tutti i lavoratori che erano presenti all’atto del controllo.
Inoltre sono in corso ulteriori attività da parte della stessa Direzione Territoriale del Lavoro che daranno luogo ad altre sanzioni per le inottemperanze riscontrate. Infine sono attese anche eventuali multe da parte dell’Asl, che aspetta di ricevere dall’azienda chiarimenti circa lo stato dei luoghi in cui si svolgeva l’attività, la situazione alloggiativa dei soggetti e la sicurezza dei locali.