LECCO – L’operazione “Pirati del Lago”, portata a termine dopo un anno di indagini, ha riacceso il faro sul grave problema dei furti di motori marini dalle imbarcazioni ormeggiate sul lago. I motori fuoribordo, dai più piccoli due tempi ai più moderni quattrotempi di grossa cilindrata, sono facili bersagli per i ladri, essendo spesso fissati alle imbarcazioni da una sola coppia di morsetti.
“La soluzione migliore sarebbe quella di dotare le rimesse e le zone circostanti di telecamere ad infrarossi” ci ha detto il tenente colonnello dei carabinieri Marco Riscaldati, comandante in capo della compagnia di Lecco “perchè i furti avvengono sopratutto di notte, e le telecamere normali qundi non sono in grado di aiutarci ad identificare i ladri”.
Neppure avere un posto barca alla boa sembra essere una soluzione sicura. “Durante le indagini che si sono appena concluse abbiamo rilevato un certo grado di organizzazione da parte di queste bande: si sono dimostrate capaci di rubare motori molto potenti del peso di diverse centinaia di chili anche da barche ormeggiate al largo, valendosi di camere d’aria di autoarticolati per porter trasportare il motore a riva”. In questi casi il comandante dei carabinieri ha consigliato l’uso di “allarmi sonori, che sono l’unico sistema per poter dissuadere i ladri nel momento in cui tentassero di sganciare il motore dalla barca”.