E’ morto Bontempelli genio e poeta, a Laorca inventò la Tv via cavo

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LECCO – Un genio. Incompreso o forse solamente poco fortunato, questo non sta a noi dirlo, ma Alessandro Bontempelli genio lo è stato davvero. E’ morto all’età di 90 anni e questa mattina, a Ballabio, si sono celebrati i suoi funerali. Dire che sia lui il padre delle Tv via cavo forse è un azzardo, ma che sia stato uno dei primi in Italia e nel mondo ad averla realizzata e fatta funzionare è la storia del secolo scorso a raccontarlo.

Dobbiamo fare un salto a ritroso di circa 50 anni e approdare agli inizi degli anni ’60 quando Bontempelli dopo una lunga sperimentazione riuscì a dare vita a TeleLario. Con ingegno trovò il modo di utilizzare i transistor scartati dalle ditte di settore che utilizzavano per i test, arrivando a creare la Tv via cavo con la quale diffuse a Laorca e dintorni il segnale TV, risolvendo così le difficoltà di ricezione nella valle del Gerenzone.

Lo scopo di Bontempelli era proprio quello di diffondere i programmi Rai nel rione di Laorca e lo fece riuscendo a captare i programmi dal ripetitore di Monte Penice (Pavia) piazzandone uno più leggero alla grotta della Madonna di Lourdes che si trova sopra il cimitero di Laorca. Il segnale veniva dirottato nello studio che Bontempelli, con il benestare dell’allora parroco don Angelo Galbusera, ricavò in una stanzetta e da lì, grazie ad un cavo coassiale, raggiungeva le utenze.

Nessun atto piratesco, come si direbbe oggi, perchè Bontempelli potè sfruttare una sorta di vuoto legislativo in quanto la legge, in quel periodo, proibiva esclusivamente le trasmissioni via etere di emittenti diverse dalla tv di Stato, quindi diffondere la Rai non era vietato.

Negli Anni ’70 Bontempelli andò oltre, e insieme ai programmi Rai, grazie alla collaborazione di alcuni amici e appassionati iniziò a trasmettere suoi programmi con TeleLario che arrivò a vantare circa 400 abbonati.  30mila lire era il costo di all’allacciamento e 300 lire al mese il costo dell’abbonamento.

Di quell’esperienza si ricorda bene il giornalista e storico Aloisio Bonfanti: “Era il 1974 quando Bontempelli, saputo della mia passione, mi chiamò per partecipare a qualche sua trasmissione. Posso dire che il mio debutto televisivo è avvenuto proprio lì, a Laorca, e mai avrei pensato che dieci anni più tardi mi sarei trasferito per venirci ad abitare definitivamente. Bontempelli è stato un pioniere, un vero proprio genio, un po’ scapigliato nell’accezione positiva del termine e forse incompreso, come spesso capita a chi, dimostra di essere troppo avanti rispetto al tempo in cui vive”.

Bontempelli fu un vero e proprio antesignano delle moderna via cavo e delle pay per view, ma tra le sue invenzioni ve n’è un’altra davvero singolare rimasta sulla carta, che però ancora qualcuno a Laorca si ricorda. Si trattava di una sorta di mini sommergibile radiocomandato, con il quale Bontempelli aveva intenzione di recuperare nelle profondità del lago di Lecco i cimeli di guerra.
Ma quella per l’elettronica non fu la sua unica passione, Bontempelli, nativo di Milano e nipote di quel Massimo Bontempelli scrittore, saggista e giornalista italiano fondatore del realismo magico (Como, 12 maggio 1878 – Roma, 21 luglio 1960) fu anche poeta che definiva la poesia un “comunicare al di là del tempo e della vita”, come scrisse in una sua opera.
Di seguito un video con la lettura delle sue poesie e due video dove il protagonista è proprio il laorchese impegnato nella lettura di 18 testi scritti tra il 1979 e il 2008 “Nel tentativo improponibile – come spiega l’autore stesso – di definire e decantare l’incredibile fanciulla Antonia Pozzi e la sua veramente unica poesia”.