L’arresto questa mattinata, martedì. Ora si trova nel carcere di Rimini
Milani è accusato di prostituzione minorile, violenza sessuale e cessione di stupefacenti
MILANO – Arrestato il regista Guido Milani, fondatore ed ex presidente della cooperativa “Ragazzi e Cinema”. L’arresto, effettuato dai Carabinieri di Bellaria, è avvenuto oggi, martedì dopo la sentenza emessa dalla Corte di Cassazione. A seguito dell’arresto, Milani è stato portato presso il carcere di Rimini.
Il regista lecchese era stato già stato condannato in primo ed in secondo grado dal Tribunale di Milano, a quattro anni e sei mesi per i reati di prostituzione minorile, violenza sessuale e cessione di stupefacenti.
Le indagini erano scattate nel 2011 dopo la denuncia di un 17enne, inchiesta nella quale era stato coinvolto anche il prete milanese don Alberto Paolo Lesmo, anche lui accusato di prostituzione minorile e condannato a un anno e 10 mesi.
Un secondo processo a Lecco
Una seconda accusa è stata mossa a Guido Milani nel 2016, da un giovane attore, all’epoca dei fatti 15enne, che si era rivolto agli inquirenti raccontando di presunte molestie nei suoi durante le prove di alcuni cortometraggi.
A seguito della denuncia, lo scorso 17 gennaio si è aperto un secondo processo, davanti al Giudice del Tribunale di Lecco Enrico Manzi, davanti al quale Milani si sta difendendo, anche in questo caso, da accuse di violenza sessuale. Secondo l’accusa infatti Milani avrebbe costretto alcuni giovani a ‘compiere o subire atti sessuali’ ‘mediante abuso di autorità’. La prossima udienza è fissata per il prossimo maggio.
La presidente di Ragazzi e Cinema: “Un innocente in carcere”
Per la nuova presidente di Ragazzi e Cinema la dott.ssa Francesca Serra si tratta di “un innocente in carcere – e aggiunge – Un ennesimo caso di ‘Malagiustizia’ che fa riflettere. Condannato con tre gradi di giudizio per aver ‘violentato un minorenne’, Guido Milani ha sempre gridato la sua innocenza supportata da perizie mediche che lo attestano impossibilitato ad avere un rapporto sessuale con penetrazione. Il ragazzo che lo accusa è noto agli assistenti sociali per essere un tossicodipendente, con problemi mentali e di credibilità tanto più che prima di inventare l’accusa verso Guido Milani si è autoaccusato di gravi reati ovviamente senza essere stato creduto. Milani lo ha incontrato un paio di volte pensando fosse maggiorenne come da egli stesso sostenuto”.
La Difesa
A nulla sono servite le richieste dell’avvocato Renato Pulcini del foro di Brescia (subentrato ad altri difensori nel corso del processo), depositate sia in appello che in Cassazione di effettuare una perizia da parte della CTU (Consulenza Tecnica d’Ufficio) del tribunale.
“Guido Milani non ha potuto dimostrare in modo scientifico la sua innocenza – sostiene la difesa – Milani ha scelto un rito abbreviato per poter chiudere più velocemente questa assurda e dolorosa vicenda giudiziaria ma i suoi precedenti difensori non hanno ritenuto di dover presentare alcuna perizia che attestasse la sua impossibilità ad avere rapporti sessuali con penetrazione così per un errore di valutazione e opportunità commesso dai suoi legali la Perizia per una pura questione di procedura penale non è più potuta essere depositata e tenuta in considerazione nei successivi gradi di giudizio che hanno per questo confermato la pena del primo grado”.
Per questi ed altri motivi l’avvocato Pulcini ha già preparato la domanda di Revisione del processo e un ricorso alla Corte Europea di giustizia.