L’infezione è trasmessa dalle zanzare del genere Aedes
Nei tre casi accertati in provincia di Lodi si tratta di febbre Dengue autoctona
LECCO – Le zanzare del genere Aedes fanno da vettore: trasmettendo l’infezione della Dengue di persona in persona dopo aver punto un primo individuo infetto. In Lombardia negli ultimi giorni sono stati accertati tre casi fra le province di Lodi e Crema e almeno un caso sospetto – a Monza – è in fase di accertamento.
“La popolazione deve essere tranquillizzata – spiega la dottoressa Laura Rizzi, medico infettivologo del Dipartimento di Igiene e Prevenzione Sanitaria di Ats Brianza -, al momento la situazione è sotto controllo e c’è uno stretto monitoraggio”. Ad oggi a Lecco “non risultano infezioni – chiarisce subito l’infettivologa -. Il primo caso riscontrato a Lodi è anche il primo caso segnalato di Dengue autoctona, il paziente infatti non è uscito dall’Italia nei giorni in cui ha contratto l’infezione. E’ una particolarità che deve destare interesse dal punto di vista scientifico”. Fino ad ora i casi segnalati in Italia si riconducevano a persone che per lavoro o per svago si recavano all’estero, in Paesi tropicali in cui l’infezione è presente “e una volta rientrati sviluppavano la malattia – continua la dottoressa Rizzi -. Si parla infatti di casi di importazione”.
La dengue è un’infezione che fa parte del gruppo delle Arbovirosi e viene trasmessa all’uomo da una zanzara del genere Aedes: “La più famosa all’estero è l’Aedes Aegypti – spiega l’infettivologa – che non è presente in Italia. Nel nostro Paese fa da vettore l’Aedes Albopictus, conosciuta come zanzara tigre. E’ arrivata all’inizio degli anni ’90 dal sud-est asiatico e si è diffusa in tutto il Paese fino alle quote collinari e soprattutto nei centri abitati. Il fatto che ci sia il vettore espone la popolazione al rischio di contrarre l’infezione”.
Il virus Dengue – una volta che la zanzara vettore punge il soggetto – circola nel sangue per 2-7 giorni, in questo lasso di tempo un’altra zanzara può prelevarlo e trasmetterlo. “La malattia, che può durare fino a 2-3 settimane, nella maggior parte dei casi si manifesta in forma lieve – spiega la dottoressa Rizzi -. I sintomi sono febbre, mal di testa accompagnati da dolori oculari e retro oculari, dolori muscolari e articolari, disturbi gastrointestinali ed eruzioni cutanee. Nelle forme gravi, invece, si presenta come febbre emorragica, con perdite di sangue dalle mucose, presenza di tracce di sangue nelle feci; un quadro clinico più importante che solitamente si verifica nei soggetti che si reinfettano”. Non esiste una terapia specifica, il paziente viene trattato con la terapia sintomatica, per questo è fondamentale la prevenzione.
I consigli dell’Ats
“La misura preventiva – prosegue l’infettivologa Rizzi – consiste nell’evitare di entrare in contatto con la zanzara vettore del virus attraverso l’uso di repellenti, vestiti protettivi – è quindi bene privilegiare abiti leggeri dai colori chiari, con maniche e pantaloni lunghi quando si esce – l’installazione di zanzariere e tende”.
All’esterno è consigliato eliminare i ristagni d’acqua in prossimità zone abitate e fare disinfestazione; coprire con coperchi ermetici i contenitori della raccolta dell’acqua piovana per orti e giardini; eliminare i sottovasi, svuotare gli annaffiatoi per impedire che le zanzare vi depongano le uova. E ancora: pulire tombini e pozzetti dei cortili, trattare le zone di scolo con prodotti larvicidi, verificare la pulizia delle grondaie. Nei cimiteri in estate sarebbe più opportuno utilizzare fiori secchi o di plastica, oppure aggiungere un larvicida nell’acqua del vaso dei fiori freschi. Chi alleva animali deve accertarsi che gli abbeveratoi vengano puliti quotidianamente e riempiti con acqua fresca e nuova.
“Se si mettono in atto le misure preventive – chiarisce la dottoressa Laura Rizzi – non c’è pericolo. La Regione Lombardia e le Ats sono poi sempre molto attente al monitoraggio delle possibili nuove infezioni emergenti”. Per il controllo dell’infezione ci si avvale delle indicazioni del Piano Nazionale per la prevenzione delle Arbovirosi e delle indicazioni della Regione per ridurre la trasmissione autoctona dei virus. Il piano si attiva con la sorveglianza epidemiologica per controllare il vettore con la ricerca e la rimozione dei focolai, lo sviluppo larvale, la bonifica ambientale e i trattamenti larvicidi.
“Un medico che sospetti un caso di Dengue fra i suoi pazienti – spiega Rizzi – deve segnalarlo all’Ats che si attiva con un’inchiesta epidemiologica per identificare la fonte dell’infezione, altri casi correlati e l’esistenza di ulteriori soggetti esposti al rischio per attuare le adeguate misure di controllo del rischio e di contaminazione. L’Ats avvisa la Regione che a sua volta mette al corrente il Ministero e l’Istituto Superiore di Sanità, esiste una proceduta codificata che ci consente di intervenire tempestivamente non appena insorge un sospetto”. Se i campioni del paziente risultano poi positivi: “L’Ats attiva il sindaco del comune di residenza che deve disporre la disinfestazione straordinaria nei luoghi frequentati dal paziente – prosegue -. Se il paziente risulta positivo all’infezione, Ats avvia anche un’indagine entomologica con colleghi veterinari per cercare virus nelle zanzare”.
“Al momento la situazione dell’infezione Dengue è sotto controllo – conclude la dottoressa Rizzi -. In Italia a giugno 2023 – i dati sono dell’Istituto Superiore di Sanità – erano stati segnalati 47 casi di Dengue da importazione, il caso di Lodi è l’unico al momento, in Lombardia, diagnosticato autoctono. I numeri sono molto bassi e fra questi 47 casi d’importazione non vi sono stati decessi. Si tratta di un infezione che generalmente decorre in maniera lieve“.
L’intervento della Regione Lombardia
Ieri, 24 agosto, sono stati identificati a Castiglione d’Adda due nuovi casi di infezione da virus Dengue, trasmesso da zanzare Aedes (zanzara tigre). Riguardano una bambina, attualmente ricoverata in condizioni non gravi all’ospedale di Lodi, e un sessantenne, guarito e già tornato al lavoro. Entrambi risiedono non lontano dal primo soggetto infettato dal virus.
“Si tratta di 3 casi di infezione non legata a viaggi in paesi dove la malattia è endemica e, considerato il tempo di incubazione della malattia, è da ritenere che abbiano avuto un’origine contemporanea o comunque siano tutti insorti precedentemente agli interventi di disinfestazione – spiegano in una nota dalla Regione Lombardia -. In questa logica è anche possibile il riscontro di successivi ulteriori casi senza che gli stessi mettano in dubbio la piena efficacia dell’intervento di disinfestazione”.
“L’infezione in molti casi è asintomatica – ha spiegato l’assessore regionale al Welfare, Guido Bertolaso – per cui spesso la malattia non si manifesta e la guarigione avviene spontaneamente. Per verificare l’eventuale esposizione al virus di altri abitanti di Castiglione d’Adda abbiamo quindi organizzato un’ulteriore analisi: i cittadini, in maniera volontaria e gratuita, potranno recarsi presso la Casa di Comunità di Codogno per sottoporsi a un prelievo di sangue. L’esame permetterà di capire se si è entrati in contatto con il virus attraverso l’analisi degli anticorpi”.
In Lombardia finora sono stati riscontrati 18 casi di infezioni da virus Dengue, tutte legate a viaggi all’estero in luoghi dove la malattia è endemica, ad esclusione dei pazienti di Castiglione d’Adda. Risultano invece 51 i casi accertati di infezioni da virus West Nile.
“Considerato che ormai la diffusione delle zanzare tigre è molto ampia nel nostro Paese – ha concluso l’assessore Bertolaso – occorre adottare misure di prevenzione per tutte le malattie di cui possono essere portatrici, non solo per il virus Dengue. Dobbiamo inoltre abituarci a utilizzare precauzioni per evitare le punture, proteggendoci con i repellenti anche di giorno perché non si tratta di insetti solo notturni”.
Gli interventi del Comune di Lecco
Al fine di prevenire lo sviluppo di eventuali focolai di malattie infettive trasmissibili all’uomo e di contenere la diffusione delle popolazioni di zanzare tigre (a completamento dei periodici interventi di zanzarizzazione effettuati dal Comune di Lecco sulle aree pubbliche ed edifici di proprietà e competenza comunale), il sindaco di Lecco ha emesso anche un’ordinanza che prevede fino al 30 novembre 2023 una serie di misure rivolte a soggetti pubblici e privati.
Tra le principali misure l’ordinanza prevede l’obbligo di evitare l’abbandono definitivo o temporaneo negli spazi aperti pubblici e privati, compresi terrazzi, balconi e lastrici solari, di contenitori di qualsiasi natura e dimensione nei quali possa raccogliersi acqua piovana ed evitare qualsiasi raccolta d’acqua stagnante anche temporanea; procedere allo svuotamento dell’eventuale acqua in contenitori e alla loro sistemazione in modo da evitare accumuli idrici a seguito di pioggia; trattare ricorrendo a prodotti di efficacia larvicida l’acqua presente in tombini, griglie di scarico, pozzetti di raccolta delle acque meteoriche, presenti negli spazi di proprietà privata; tenere sgombri i cortili e le aree aperte da erbacce, sterpi e rifiuti di ogni genere in modo da evitare il ristagno delle acque meteoriche o di qualsiasi altra provenienza; provvedere al taglio periodico dell’erba nei cortili e nei terreni scoperti dei centri abitati, così come nelle aree incolte od improduttive con essi confinanti.
Il Corpo di Polizia Locale del Comune di Lecco curerà l’osservanza del provvedimento: in caso di violazioni, sono previste sanzioni amministrative da 25 a 500 euro.