I cinghiali devastano i prati della Stoppani. L’appello dei rifugisti

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L'esterno del rifugio Stoppani e il prato devastato dai cinghiali

I danni causati dal passaggio dei cinghiali nella zona del rifugio Stoppani di Lecco

La preoccupazione dei rifugisti: “Ormai sono alla porta del rifugio. Chi di dovere intervenga”

 

LECCO – “Ormai ce li troviamo fuori dalla porta del rifugio, di questo passo ci toccherà ospitarli”. E’ lo sfogo amaro di Nicola Bontempi e Manuela Invernizzi, marito e moglie, gestori del rifugio Stoppani di Lecco all’indomani dei danni causati nottetempo dai cinghiali nel loro passaggio.

Da mesi i rifugisti convivono con la presenza degli ungulati in zona che però nelle ultime settimane si è fatta sempre più prossima alla capanna, situata lungo il sentiero per i Piani d’Erna.

“Li vedevamo spesso la sera, sempre più vicini  – racconta Nicola –  ora la situazione si è fatta insostenibile”.

Nelle ultime notti, le incursioni dei cinghiali hanno causato seri danni ai prati attorno al rifugio, devastati dai solchi scavati dagli animali in cerca di cibo. “Chi di dovere intervenga” chiedono i rifugisti preoccupati, oltre che dai danni, anche per la sicurezza delle persone.

Da anni ormai i versanti montuosi del capoluogo sono abitati dai cinghiali, una presenza che si è moltiplicata nel tempo e che si è mostrata spesso anche a quote più basse, nel bosco e nei prati dei rioni alti. Un problema da tempo denunciato dalla Coldiretti.

Nel 2021, secondo i dati della Regione , sono stati 368 i cinghiali abbattuti in provincia di Lecco e oltre 14 mila in tutta la Lombardia.  Negli ultimi cinque anni in Lombardia, secondo stime del Pirellone, i cinghiali hanno causato danni all’agricoltura per 1,7 milioni di euro di rimborsi e 384 sinistri stradali.