Casatenovo, l’addio a Gianluca Giovinazzo: “Amarti è stato facile, dimenticarti impossibile”

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L’addio in oratorio al trentanovenne schiacciato da una pressa mentre stava lavorando allo stabilimento Bricon

Toccanti le parole pronunciate da don Edoardo, dai parenti e dagli amici per ricordare “Il Belva”

CASATENOVO – La bara, ricoperta di fiori rossi, in mezzo al piazzale dell’oratorio di Rogoredo. Intorno la moglie Serena, la mamma Imma, la sorella Manuela, i parenti e gli amici, ancora increduli della tragedia avvenuta venerdì scorso. Sul cancello di ingresso un maxi striscione con un collage di fotografie che ritraggono un ragazzo solare e aperto alla vita.

Sono state tantissime le persone (tra queste anche il sindaco Filippo Galbiati) che questo pomeriggio, mercoledì, hanno voluto salutare per l’ultima volta Gianluca Giovinazzo, 38 anni da poco compiuti, dipendente della ditta BriCon morto a causa di un terribile infortunio sul lavoro.

Un volto, il suo, amato e conosciuto in tutta Casatenovo, dove era cresciuto tra Rogoredo e Campioforenzo e dove era affettuosamente chiamato Il Belva. Un soprannome rimarcato anche da don Edoardo Colombo, parroco di Pantigliate e zio di Gianluca, durante l’omelia del funerale concelebrato insieme a don Antonio e altri sacerdoti casatesi.

“Il Belva ci ha insegnato molto. Ci ha insegnato che ognuno di noi è un dono”.

Il sacerdote, originario di Velate, ha rimarcato poi la massiccia presenza di persone al funerale: “Ognuno di noi è qui con diverse intenzioni, ma questa presenza massiccia dà un grande senso ed è un grande segno. E’ la testimonianza che Gianluca con la sua vita è stato capace di portare sempre un sorriso e un pizzico di allegria”.

Il tutto senza dimenticare di svolgere con professionalità e impegno il suo lavoro: “Il Vangelo che abbiamo appena letto ci parla dei servi che svolgono il loro dovere così bene che a un certo punto il Signore li invita a sedere a tavola. Anche il nostro Gianluca svolgeva il suo dovere con serietà e impegno, senza mai sottrarsi”.

Un riferimento, quello al lavoro svolto con dedizione e passione, sottolineato anche dai colleghi nelle toccanti parole pronunciate a due voci al termine della cerimonia funebre. “Per noi eri come un fratello, ci siamo sempre aiutati a vicenda. Ci dispiace non essere stati quel giorno lì con te. Forse non avremmo potuto comunque fare niente per te, ma almeno ti saremmo stati vicino. Eri un casinista, come noi, quando andavamo in giro non passavamo mai inosservati. Ti abbiamo visto felice con Serena, non troviamo la parola giusta per dirti quanto ci manchi”.

 

Un riferimento, quello alla moglie sposata poco più di un anno fa, ribadito anche da un altro intervento: “Sei entrato nella nostra vita in punta di piedi e ne sei uscito con un terremoto. Non possiamo che ringraziarti per come hai corteggiato e adorato la nostra Serena”. E ancora: “Ricorderemo sempre il tuo sorriso, travolgente e allegro”. Perchè, come scritto nell’immagine distribuita a tutti i presenti al termine del funerale, “amarti è stato facile, dimenticarti impossibile”.