Moutaharrik interrogato: “Isis? No, Volevo salvare i bimbi in Siria”

Tempo di lettura: 2 minuti
Abderrahim Moutaharrik
terrr 6
Abderrahim Moutaharrik e Salma Bencharki

MILANO / LECCO –Sono iniziati in mattinata gli interrogatori di garanzia nei confronti dei presunti terroristi arrestati giovedì, tra cui la coppia di marocchini residenti a Lecco.

Al carcere di San Vittore, il primo ad essere sentito dal giudice Manuela Cannavale è stato Abderrahim Moutaharrik, il 24enne pugile finito in manette insieme alla moglie Salma Bencharki. 

Il loro avvocato Francesco Pesce ha anticipato alla stampa l’intenzione dei due di voler collaborare con la magistratura. “L’interrogatorio di garanzia sarà l’occasione per spiegare tutto” ha riferito il legale.

E’ lo stesso avvocato, all’uscita dal colloquio con il magistrato, a riferire le parole di Moutaharrik nell’interrogatorio: “Volevo andare in Siria in aiuto della popolazione,in particolare i bambini,  e non per arruolarmi nell’Isis – avrebbe spiegato il marocchino – sono cresciuto in Italia e non farei mai male a nessuno, né mi sarei fatto esplodere”.

Il 24enne, sottolinea l’avvocato, si sarebbe giustificato spiegando di aver detto certe cose per rabbia contro la guerra che causa vittime innocenti. “L’isis è l’organizzazione che controlla quel territorio – ha spiegato l’avvocato Pesce intervistato da Repubblica.it –  Perciò, se anche avessero voluto entrare in Siria, avevano bisogno di rapportarsi con le milizie del califfato”. Per questo motivo, secondo la difesa,  la coppia si sarebbe mossa per ottenere la raccomandazione per entrare nell’organizzazione terroristica.

Anche la moglie Salma, sentita dai giudici, avrebbe sostenuto la  stessa tesi del marito. Previsto per oggi anche l’interrogatorio di  Wafa Koraichi, sorella di Mohamed Koraichi, scappato da Bulciago verso la Siria con la moglie Alice Brignoli e i propri tre piccoli figli.