LECCO – Arrestata per l’ennesima volta e sempre per spaccio di cocaina dai Carabineri della Compagnia di Lecco, agli ordini Capitano Francesco Motta, la “Venere Nera”, l’avvenente cittadina marocchina 26enne Laila Boukchen, attualmente “latitante”, perché trovata in possesso, insieme al connazionale Coetaneo Bouya El Ghali Moustafa, anch’egli arrestato per concorso nel reato, di oltre 20 dosi di cocaina e di documenti falsificati utilizzati per coprire la “latitanza”, ed anche perché deve scontare tre anni e sei mesi di reclusione inflitti a seguito di precedenti condanne per spaccio di droga.
I Carabinieri della Compagnia di Lecco, nei giorni scorsi hanno proceduto per l’ennesima volta all’arresto della “Venere Nera”, la cittadina marocchina Laila Boukchen, ritenuta dagli inquirenti a capo di una complessa ed articolata organizzazione criminale dedita al traffico di cocaina, già più volte arrestata nel corso dell’operazione di polizia giudiziaria condotta dai Carabinieri di Lecco nel 2010, sia perché trovata in possesso di oltre 20 grammi di cocaina già suddivisa in dosi e di un passaporto ed un permesso di soggiorno falsificati riportante la sua fotografia, sia perché nei suoi confronti pendeva un ordine di carcerazione.
I militari dell’Arma, nel 2010, a conclusione dell’operazione antidroga denominata “Venere Nera”, ritenevano di avere assicurato alla giustizia i componenti del sodalizio criminale, ed in particolare del capo dell’organizzazione individuato proprio nell’avvenente cittadina marocchina all’epoca 24enne Laila Boukchen.
Invece, nei giorni scorsi, nel corso di attività informativa, i Carabinieri sono venuti a conoscenza che la spacciatrice era ritornata nuovamente sul mercato, riprendendo a gestire un’intensa attività di spaccio. Del tutto increduli, dopo i primi accertanti, i militari hanno appurato che realmente la donna, che si trovava detenuta presso la Casa Circondariale di Bergamo, al termine di un permesso premio di 9 giorni per svolgere attività di volontariato, non aveva fatto rientro in carcere, rendendosi “latitante”. Accertato ciò, i militari hanno iniziato ad indagare negli ambienti degli spacciatori, fino ad individuare la zona di azione della donna, sempre a cavallo tra le province di Lecco e Bergamo, dove anche in precedenza aveva il suo giro d’affari. Ed infatti, nel corso dei molteplici servizi che hanno preceduto l’arresto, i militari hanno ottenuto diverse conferme, fino a quando l’8 novembre, nella tarda serata, dopo avere intercettato l’autovettura sulla quale viaggiava la donna, condotta da un suo “complice”, dopo un lungo pedinamento svolto anche allo scopo di individuare l’abitazione in uso alla coppia, una volta giunti nel Comune di Calusco D’Adda (BG), hanno fatto scattare il blitz fermando il veicolo.
All’atto del fermo la donna ha provato ad eludere il controllo dei Carabinieri esibendo un passaporto ed un permesso di soggiorno riportanti la sua fotografia, con generalità del tutto diverse, ma con scarso successo poiché ha riconosciuto i militari che in precedenza la avevano più volte arrestata e, pertanto, di fronte all’evidenza, si è arresa. Quindi, dopo avere identificato anche il complice in Bouya El Ghali Moustafa, anch’egli marocchino 26enne, clandestino, i due sono stati sottoposti ad una prolungata e minuziosa perquisizione a seguito della quale sono state rinvenute complessivamente ben 24 dosi di cocaina, pronte per essere vendute, in parte occultate negli indumenti intimi della donna ed in parte all’interno del cruscotto del veicolo, la somma in contanti di 1.000 euro, ritenuta provento dell’attività di spaccio, ben 7 telefoni cellulari utilizzati per mantenente i contatti con i clienti ed un computer palmare.
Una volta conclusi gli accertamenti, la Boukchen ed il complice sono stati accompagnati in Caserma, dove sono stati dichiarati in stato di arresto con l’accusa di spaccio e detenzione ai fini di spaccio della droga rinvenuta, che è stata sequestrata insieme al denaro, ai documenti, ai telefoni, al computer ed all’autovettura. Inoltre la donna è stata dichiarata in stato di arresto anche in esecuzione dell’ordine di carcerazione emesso dal Tribunale di Venezia, con il quale deve espiare la pena residua di anni 3, mesi 6 e 13 giorni di reclusione poiché condannata in via definitiva per spaccio di droga, che è la parte di pena restante dopo i primi 4 anni di reclusione comminatigli dal Tribunale di Venezia allorquando venne arrestata con oltre un etto di cocaina, ai quali si è poi aggiunto, in continuazione alla precedente condanna, un altro anno di reclusione inflitto dal Tribunale di Lecco per l’ulteriore attività di spaccio svolta dopo la sua librazione ed afferente proprio l’operazione “Venere Nera”.
Anche in quest’ultima circostanza, una volta espletate le formalità di rito, i Carabinieri hanno provveduto a tradurre i due presso la Casa Circondariale di Bergamo a disposizione della Magistratura.