Profughi al Bione, l’ex assessore denuncia: “Molestata la mia compagna”

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LECCO – La denuncia questa volta non arriva da un esponente della Lega ma da Ivano Donato, ex assessore della Giunta Brivio ed ex esponente dell’Italia dei Valori, oggi consigliere comunale di Appello per Lecco. E’ lo stesso Donato a raccontare l’esperienza accaduta venerdì sera sulla pista ciclabile al Bione, in prossimità dell’area degli spettacoli viaggianti dove sono ospitati una sessantina di richiedenti asilo.

“Erano circa le 19.30 quando percorrevamo la ciclabile di Rivabella e ci siamo fermati alla fontana situata praticamente di fronte al container dei servizi igienici, dove i migranti fanno la doccia – spiega il consigliere comunale – La mia compagna stava bevendo, io ero poco distante ed ho potuto vedere una scena che mi ha lasciato allibito: questo ragazzo, uscito dal box doccia, ha guardato Paola, la mia compagna, poi con una mano si è tastato i genitali e con l’altra gli ha fatto segno di raggiungerlo. Lui forse non si è accorto di me o comunque non ha pensato che potessi essere con lei”.

 Ivano Donato
Ivano Donato

L’episodio ha lasciato sconcertato il consigliere comunale: “Al di la dell’incazzatura che ho provato – spiega – non è successo nulla di drammatico ma è un segnale evidente che le cose così non vanno. Questa situazione si è venuta a creare per colpa di un atteggiamento dilettantistico della Prefettura e pilatesco da parte dell’amministrazione comunale”.

“Sembrano in gabbia – ha commentato Paola Rosarini, compagna di Donato – quando passo da lì evito di guardare dentro i cancelli perché ho l’impressione di violare la privacy di queste persone. Tanto che io non mi sono accorta di quanto accaduto la scorsa sera. Eppure quando passeggi accanto al campeggio di Rivabella non hai la stessa sensazione”.

Donato chiede che vengano almeno installati dei pannelli protettivi e maggiori controlli da parte degli operatori della cooperativa. In realtà, per l’ex assessore, le modalità di accoglienza sul territorio sarebbero da rivedere completamente:

“La gestione del campo sembra improvvisata così come altre questioni che vengono gestite da dilettanti, si punta ad una soluzione quantitativa e non qualitativa per accogliere queste persone. Tutto questo determina problematiche di natura sociale che vanno a sommarsi alle criticità del territorio. Non è solo un problema della Prefettura ma della città e quindi dei referenti politici che la amministrano. Il mio non è un punto di vista xenofobo ma di un cittadino normale che vuole continuare a fruire di uno spazio come la ciclabile in sintonia con queste persone che hanno il diritto di integrarsi nella nostra società”.

Secondo Donato lo spazio ideale per un campo di accoglienza sarebbe stato quello polifunzionale di Sala al Barro, sede della Croce Rossa e della Protezione Civile: “L’arrivo di profughi c’è sempre stato anche negli anni passati – prosegue l’ex assessore – esistevano percorsi ben costruiti per gestire gli arrivi in modo corretto, con il grande sforzo delle associazioni del territorio. Dovremmo guardare alla Germania, dove chi ha la possibilità ospitare profughi a casa propria riceve i soldi che quotidianamente vengono dati alle cooperative; in questo modo si creerebbe un valore aggiunto perché, vivendo in una famiglia tedesca, il migrante impara lingua, il rispetto delle regole e riesce ad integrarsi più facilmente”.

Infine, una frecciatina anche alla Lega: “La gestione dell’accoglienza dovrebbe essere sovraintesa dal Consiglio di rappresentanza dei sindaci che funziona poco o male e a capo del quale ci sono due primi cittadini leghisti che potrebbero prendere posizioni decise all’interno questo organismo”