LECCO– Erano a disposizione per attentati in Italia, con l’obiettivo di colpire Roma e il Giubileo, i presunti terroristi arrestati questa mattina, tra cui una coppia con figli residente nel lecchese. Ad annunciarlo in mattinata è stato il ministro dell’Interno, Angelino Alfano: “Attentati” o “atti violenti”, ha spiegato il ministro che ha lodato l’azione preventiva che ha portato ai fermi odierni.
Il dettaglio è stato confermato nella conferenza stampa che si è tenuta in Procura a Milano dal direttore dell’Antiterrorismo, Lamberto Giannini: “Dal Dahes è arrivata l’indicazione di evitare di raggiungere i territori di guerra perché c’era da fare qui, sul nostro territorio. In quel momento è scattato l’allarme rosso”.
La comunicazione inviata dall’Isis agli aspiranti terroristi è stata intercettata grazie al lavoro della Digos di Lecco e Varese che hanno lavorato in sinergia con gli uomini dell’Arma per lo sviluppo delle indagini, monitorando in modo costante i sospettati.
Tra questi un 23enne marocchino, Khachia Abderrahmane residente in provincia di Varese, fratello di un foreign fighter espulso dall’Italia nel gennaio 2015 con un provvedimento emesso dal Ministro dell’Interno per motivi di terrorismo.
Quest’ultimo, ha rivelato il dirigente dell’Antiterrorismo, sarebbe morto in terra Siriana:
“L’espulsione di un soggetto non si esaurisce con allontamento da territorio nazionale, perché possono esserci germi e ripercussioni – ha proseguito Giannini – Questa persona è deceduta corso del conflitto ma il suo esempio ha portato il fratello a seguirne le orme, e con lui un atleta e socialmente ben integrato , deciso a raggiungere i territori dell’Isis per mettere tutta la sua famiglia nell’osservanza delle leggi del Dahes”.
Si tratta, in questo caso, della coppia finita in manette a Lecco, Moutaharrik Abderrahim lui, atleta di kickboxing e la moglie Salma Bencharki pronti a tornare nelle proprie terre insieme ai propri bimbi di 2 e 4 anni.
Arrestata anche Wafa Koraichi, la sorella di Mohamed Koraichi, marocchino “sparito” da Bulciago lo scorso anno, insieme alla moglie Alice Brignoli, di origini francese e convertita all’Islam. La sorella del marocchino si sarebbe adoperata per mettere in contatto gli aspiranti combattenti con fratello e moglie, sui quali pesa l’ordinanza di arresto, già in Siria insieme coi tre figli di 3, 5 e 7 anni.
E ai bambini portati nelle terre del conflitto che si è rivolto il pensiero del comandante dei Ros dei Carabinieri, Giuseppe Governale: “Questi bambini, così indottrinati, potrebbero essere i protagonisti del terrore di domani”.
Governale ha poi lodato l’operato sinergico con la Polizia di Stato: “ Il fatto che forze polizia intervengano nello stesso momento e nella stessa area territoriale colpendo l’obiettivo non è un caso, significa che l’attività di monitoraggio ha avuto i suoi frutti, capire cosa succede sul territorio nazionale per prevenire fatti rilevanti che sarebbero potuti succedere”.