Truffato mentre va al lavoro: gli rifilano un’enciclopedia

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    LECCO – “Vado di fretta, vado di fretta, altrimenti arrivo tardi al lavoro”, e così per tagliare corto ha messo una firma sul quel maledetto foglio, sottoscrivendo un contratto per la vendita di un’enciclopedia del valore di 2400 euro.

    “Il bello – ci spiega E. I. 27enne meccanico di Lecco, vittima del raggiro – è che a un certo punto ho anche chiesto ai due tizi a cosa gli sarebbe servita la mia firma e loro mi hanno risposto che era solo una formalità… e invece”.

    Il fatto è accaduto ieri, in via Risorgimento alle 13 circa; E. I. si stava incamminando frettoloso verso la ditta per la quale lavora quando: “una volkswagen bianca si è fermata e i due tizi che erano a bordo mi hanno chiamato- racconta – Mi sono avvicinato all’auto e i due hanno iniziato col dirmi che erano di Brescia, che era tutta mattina che giravano in zona, poi sono cominciate le domande: mi hanno chiesto se ero del posto, che interessi avevo, per arrivare a propormi una sorta di card per l’acquisto di viaggi e altri tipi di prodotti. Intanto io avevo una gran fretta e questi a un certo punto mi hanno chiesto se volevo aderire, così mi hanno messo in mano un foglio chiedendo di firmarlo, mentre firmavo ho chiesto loroo perchè mai servisse la mia firma e mi hanno prontamente risposto che era solo una formalità e che tra pochi giorni mi avrrebbero ricontattato per alcune proposte commerciali alle quali avrei anche potuto rifiutare. Insomma, tra la fretta e l’arte del raggiro dei due personaggi ci sono cascato. Infatti, quando sono arrivato al lavoro e con calma ho letto il foglio insieme al mio capo reparto mi sono accorto che in piccolo c’era scritto che avevo sottoscritto l’acquisto di un’enciclopedia da 2400 euro”.

    E così, E. I. si è recato immediatamente dai Carabinieri per fare denuncia.  “I militari hanno ascoltato il mio racconto, al termine del quale mi hanno spiegato che una denuncia non sarebbe servita a nulla indicandomi i sindacati come miglior soluzione. Così ho fatto, mi sono recato alla Cgil dove in collaborazione con un loro avvocato abbiamo spedito una raccomandata per recedere dal contratto come previsto a norma di legge. Ora tutto dovrebbe essere sistemato, o almeno spero”.