MANDELLO LARIO – Se il jazz è anche magìa, quella di ieri sera al cinema teatro “De Andrè” di Mandello – gremito in ogni ordine di posti un’ora prima dell’inizio dello spettacolo, come forse non era mai accaduto – è stata una serata magica e di rara suggestione. Ma anche di emozioni. Quelle che hanno regalato gli splendidi protagonisti della prima delle due serate del Festival jazz “Controcorrente” organizzato dal Comune con il prezioso apporto di una serie di sponsor privati.
Una serata indimenticabile per chi vi ha assistito all’interno del teatro o in piazza Leonardo da Vinci, dov’era stato allestito un maxischermo. Una serata controcorrente proprio per il grande (e appunto insolito) afflusso di pubblico, per cominciare. Ma anche perché – come ha avuto modo di sottolineare in apertura il sindaco, Riccardo Mariani – oggigiorno “fare cultura in questo Paese vuol dire proprio andare controcorrente e ancora di più, forse, farlo organizzando un festival di musica jazz”.
“Quella di questo secondo fine settimana di giugno ci auguriamo possa essere la prima rassegna di una lunga serie – ha aggiunto – perché è nostro intento prolungare per più anni la vita di questo festival. Sì, vogliamo continuare ad andare controcorrente e non a caso abbiamo scelto il salmone come logo del festival”.
Il primo cittadino ha anche sottolineato che l’alleanza tra pubblico e privato si è dimostrata vincente e ha aggiunto: “Quando si mobilitano energie positive si mette in movimento una straordinaria generosità e noi l’abbiamo potuto constatare proprio in occasione dell’organizzazione di questo evento”.
Riccardo Terzi, segretario nazionale dello Spi Cgil e con lo stesso sindaco Mariani uno dei promotori del festival mandellese oltre che grande appassionato di jazz, ha quindi ricordato che “andare controcorrente vuol dire trovare un consenso significativo”.
Il palcoscenico è stato quindi tutto per loro, gli applauditissimi protagonisti della prima serata. Francesco D’Auria e Beppe Caruso hanno entusiasmato e stupito per la loro bravura e abilità nel passare da uno strumento a un altro, alcuni dei quali decisamente insoliti.
A introdurre la successiva attesissima esibizione di Paolo Fresu è stato Vittorio Addis, il quale ha letto una serie di pensieri proprio del grande jazzista. Significativo il passaggio in cui Fresu sostiene che “produrre cultura vuol dire promuovere l’uomo”, così come la sollecitazione a vedere il mondo “con lucidità e senza pregiudizi” e l’invito ai giovani a tracciare strade “meno tortuose di quelle che stiamo percorrendo di questi tempi”.
“Organizzare oggi un festival jazz vuol dire realmente andare controcorrente”, ha detto quindi lo stesso Fresu, che ha anche avuto modo di dialogare simpaticamente con Daniele Di Bonaventura, con il quale ha diviso il palcoscenico, parlando del bandoneon suonato proprio da Di Bonaventura. “ Non c’è nulla di più controcorrente di questo strumento – ha affermato – che nasce in Germania, dove oggi sembra nasca ogni cosa, come strumento sacro per accompagnare le cerimonie religiose”.
Quindi spazio alla grande musica, prima dei bis e del congedo con il “Minuetto” di Bach. Poi sul palco sono saliti anche D’Auria e Caruso per un finale a sorpresa che ha visto esibirsi tutti e quattro i musicisti, salutati con una standing ovation.
Stasera alle 20.45 la seconda serata, che si preannuncia altrettanto entusiasmante. Protagonisti saranno Luciano Biondini alla fisarmonica con Gavino Murgia e il sassofonista Claudio Fasoli con Luca Garlaschelli al contrabbasso. Oggi come ieri ingresso libero a tutti.