Il Carlo Mauri 2012 a Trasporto Eccezionale di Michela Ivancich

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Michela Ivancich

LECCO – Due mesi pieni, questo è il margine di tempo che gli organizzatori – gruppo Gamma, U.O.E.I. Lecco e C.A.A.I. – del Premio Carlo Mauri avevano messo a disposizione dei novi componenti delle Giuria per valutare e classificare le venti opere appositamente selezionate. Per tutto questo tempo i giurati sono stati severamente impegnati in un lavoro paziente e responsabile, che si è appena concluso nella serata di giovedì 5 aprile, quando nel loro incontro collegiale hanno definito la tanto attesa graduatoria. Che la loro non sia stata una decisione tanto facile e scontata lo si rileva dal fatto che, a differenza di altre volte, nessuna opera sembrava emergere prepotentemente su tutte le altre. L’aver trovato un parere concorde ha alla fine gratificato sia la Giuria, cui va riconosciuta l’assoluta competenza nei vari aspetti in cui si articola questo Concorso, sia gli organizzatori già soddisfatti per il buon esito di questa sedicesima edizione, e che potranno così presentarsi con un resoconto del tutto positivo ai loro collaboratori e ai loro sponsor: Consiglio Regionale della Lombardia, Provincia di Lecco, Comune di Lecco – nella Partnership, mentre nella cosponsorizzazione si evidenziano: Camera di Commercio di Lecco, Deutsche Bank, ACEL Service, df Sport Specialist, Camp, Scarpa, Unicalce, Ande, Comunità Montana Lario Orientale Valle San Martino, Blufrida, Kong, OA Officina Alimentare, Stop&Go, Confcommercio Lecco, Airoldi Paolo e C., Tentori Enzo & C., A.G. Bellavite, vinicola Mauri, Versante Sud, Icam, Carozzi, Ferranti.

Ma vediamo finalmente a chi tocca entrare nell’albo d’oro del Premio Carlo Mauri,vincendo l’edizione del 2012: “Trasporto

Michela Ivancich

eccezionale” è il titolo dell’opera prima classificata, che è stata presentata da Michela Ivancich, 35 anni, di Albiate (Monza Brianza). Così si è espressa la Giuria, nel riconoscere la meritata vittoria: “Eccellente spunto narrativo, ben sviluppato, per descrivere la bella storia di una lunga amicizia che, dopo aver preso strade contrapposte, fa ritrovare i due amici riunendoli nella complicità indispensabile per compiere insieme una missione umanitaria. Il racconto riesce ad avvincere anche il lettore che non se ne intende di alpinismo e di montagna, e si fa leggere avidamente con la curiosità che spinge ad arrivare alla fine”.

Si è collocata in seconda posizione l’opera “L’ultima cima di Don Achille”, di Domenico Flavio Ronzoni, 55 anni, di Briosco (Monza Brianza), che si avvale della seguente motivazione: “Benchè semplice nella struttura, il testo scritto con frasi lievi ma profonde, evidenzia in modo originale la figura storica un po’ trascurata del protagonista, e risulta quasi commovente nell’offrire l’aspetto più puro del suo rapporto con la montagna, come compagna nella solitudine e come specchio del proprio “io” più profondo. Da qui scaturisce la sua riflessione sui propri limiti e su come la montagna spinga a ricercarli e a riconoscerli per ottenere pace ed equilibrio”.

Occupa il terzo posto del podio l’opera “Prima della cerimonia”, di Valter Guglielmetti, 49 anni, di Novara, riconosciuta con questa motivazione: “Memoria, riflessione, conoscenza di un ambiente naturale e umano si impastano nella dose giusta per fare di questo pezzo un bel modello di narrazione/saggio. Qui tutto ruota attorno alla montagna e il “tour du role” della compagnia delle guide alpine assume quasi la sacralità di un rito, che ha per centro l’amore incondizionato e viscerale del protagonista per la montagna. Il racconto, scorrevole e gradevole, si concentra sulla serenità di una vita semplice, ma ricca come nessun’altra”.

Segue in quarta posizione, con il titolo “Perché?” l’opera di Roberto Merli, 57 anni, di Podenzano (Piacenza), con la motivazione: “L’analisi dei personaggi, delle loro pulsioni, delle loro passioni, del differente modo di amare la montagna e di viverla, fanno di questo articolo un ottimo pezzo del genere riflessivo. Il testo poetico e profondo scritto in forma scorrevole e corretta, ricorda senza retorica alcuni degli innumerevoli alpinisti caduti in montagna, non come vano rimpianto, ma come pacata memoria di vite spese per una precisa passione, tese a vivere pienamente la montagna e la vita al massimo, accettando senza compromessi, ma con rispetto, la gloria e la morte”.

Il quinto posto viene occupato da Gloria Gelmi, 47 anni, di Gandino (Bergamo), con l’opera “Tonta chica y loca senora”, con questa motivazione: “Differenza di cultura e soprattutto di età, con sguardo al femminile e insieme riflessivo, sono gli ingredienti di una storia bella nella sua apparente semplicità, non priva comunque di avventura e coinvolgimento. Scritto con un tocco di malinconia, per la constatazione che le stagioni scorrono inevitabilmente per chiunque e che nulla è per sempre: consapevole però che il ricordo che rimane continuerà a donare pensieri di serenità”.

Nell’ambito della sezione saggistica, il Premio unico, riconosciuto da Unicalce, è stato vinto da Ruggero Meles, 58 anni, di Caprino Bergamasco (Bergamo), con il saggio: “Kurgan, l’ultima esplorazione di Carlo Mauri”, con la motivazione: “Una sintesi che, pur nell’essenzialità ridotta di poche pagine, riesce a compendiare in forma affascinante la figura multiforme dell’uomo, dell’alpinista e dell’esploratore, come davvero è stato Carlo Mauri, e a rendere contemporaneamente evidenti i sentimenti di appassionata ammirazione dell’autore, fa già di questo articolo un pezzo pregevole che va ad aggiungersi agli altri scritti biografici non come qualcosa di ripetitivo e di superfluo. Sembra poi che il lato biografico sia stato elaborato soltanto per evidenziare il leitmotiv tutto umano dell’esistenza di Carlo Mauri, come per far presagire il momento esaltante di un gran finale: e questo aspetto viene documentato e raccontato in forma esauriente come mai prima era stato fatto”.

Sempre per questa sezione è stato aggiunto un Premio speciale fuori concorso per riconoscere il notevole saggio di Barbara Garavaglia, 43 anni, di Lecco, dal titolo: “Montagna senza compromessi”, per la seguente motivazione: “Non se la sono sentita gli organizzatori di escludere dalla visibilità della sedicesima edizione del “Premio Carlo Mauri” l’articolo che riproduceva l’avvincente ritratto dell’alpinista lecchese che, con spiccata personalità e signorilità, ha determinato un corso di iniziative importanti e diversificate per favorire l’alpinismo e l’attaccamento alla montagna. Il saggio propone succintamente una storia ricca di vicende inedite o dimenticate e manifesta la stima profonda e contagiosa dell’autore per Roberto Osio, con l’intento che non si sfumi troppo velocemente un ricordo che pure ai nostri giorni potrebbe offrire più di un orientamento proficuo”.

Il Premio unico “saggio scuole superiori lecchesi”, riconosciuto da df Sport Specialist, è stato attribuito a Matteo Laudiano, anni 18, di Cornate d’Adda (Milano), studente del Liceo “Maria Ausiliatrice” di Lecco, con il suo “Spirito Italiano”, con la seguente motivazione: “Il testo, basandosi su di una sufficiente documentazione, presenta le caratteristiche della comunità di Premana, dei suoi abitanti e del particolare modello di sviluppo che hanno saputo costruire nel tempo e che ritiene possa essere esportato in un contesto più ampio”.

Parlando di ogni tipo di Concorso, è inevitabile esporne la classifica e menzionare giustamente i nomi dei vincitori: non possiamo però ignorare che qui abbiamo a che fare con una competizione dove più che la qualità di espressione e di contenuto sono stati messi in movimento passioni e sentimenti, tutti (i 65 elaborati pervenuti) orientati all’amore per la montagna e l’alpinismo. Questi sono valori che non possono soggiacere a confronti e ancor meno a valutazioni. In questa ottica dobbiamo considerare l’ormai prossima serata di premiazione, che è realmente la serata in cui si uniscono in un unico trionfo i vincitori, i concorrenti non premiati, e tutti coloro che hanno nel cuore la montagna e l’alpinismo. Tutti costoro si danno allora un irrinunciabile appuntamento per le ore 21 di venerdì 18 maggio presso la Sala Ticozzi di Lecco, per il tradizionale incontro, che acquisisce quest’anno un’importanza straordinaria nel ricordo di Carlo Mauri, che a trent’anni dalla sua scomparsa si fa trovare “ancora con noi”, nell’emozionante video realizzato appositamente per questa circostanza.

 (Foto Carlo Mauri credit: famiglia Mauri – Foto Michela Ivancich, credit: www.loscarpone.cai.it)