Alla libreria Parole nel tempo di Lecco presentata la Lisistrata del Prof. Simone Beta

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L’evento avrà luogo giovedì alle ore 18, a cui presenzierà anche l’autore del libro

Il testo ripercorre come la commedia greca Lisistrata sia stata letta nella storia culturale e sociale fino ai giorni nostri, attraverso il racconto della protagonista

LECCO – Un libro tragicamente attuale per il tema trattato, le donne e la guerra, quello che verrà presentato questo giovedì alle ore 18.00 presso la libreria Parole nel tempo.

Intitolato “La donna che sconfigge la guerra. Lisistrata racconta la sua storia”, edito Carocci, il volume nasce dalla fatica del Prof. Simone Beta, ordinario di Lingua e letteratura greca presso l’Università di Siena.

Benché nella titolazione venga fatto un riferimento a Lisistrata, commedia del poeta greco Aristofane, rappresentata per la prima volta nel 411 a.C mentre era in corso la guerra del Peloponneso, il testo non vuole essere un saggio critico dell’opera o un suo commento, quanto ripercorrere in forma affascinante e linguisticamente molto chiara i modi nei quali la commedia, nei suoi temi avvertiti come “scandalosi”  (la pace, la guerra; le relazioni fra i sessi; l’uguaglianza rivendicata dalle donne) sia stata letta nella storia culturale e sociale fino ai giorni nostri.

A raccontare la storia di questo capolavoro del teatro comico è la stessa Lisistrata, che traccia con autoironica consapevolezza la progressiva riscoperta che l’ha fatta diventare la commedia più famosa di Aristofane, attraverso gli autori che ne hanno dato la loro personale versione nella letteratura, nel cinema, nella musica e nelle arti figurative.

Il motivo che rende l’opera una commedia, lo sciopero del sesso da parte delle donne per convincere i mariti guerrafondai a fare la pace, non occulta la realtà: che le donne pagano il prezzo più alto durante i conflitti.

Dopo la sua prima rappresentazione ad Atene, la Lisistrata di Aristofane scompare dal mondo letterario fino alla sua prima edizione moderna nel 1516 a Firenze. Ma lo spunto comico alla base della trama è troppo destabilizzante per un pubblico tradizionalista, tanto da portare alla censura e allo stravolgimento dell’opera. ​