Domenica visite guidate al Museo del Beato Serafino di Chiuso

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Chiesa e statua del Beato Serafino a Chiuso

Apertura straordinaria per il Museo del Beato Serafino di Chiuso

Visite guidate grazie ai volontari dell’associazione

LECCO – Il 29 agosto sarà possibile visitare il museo del Beato Serafino a Chiuso, nella canonica della chiesa parrocchiale, grazie alle visite guidate organizzate a cura dell‘Associazione Amici del Beato Serafino.

Ci sono diversi orari di partenza prenotabili: alle 15.00, 15.30, 16.00 e 16.30, per gruppi da max 6 persone.

In base alle nuove disposizioni di legge, l’accesso sarà consentito solo alle persone in possesso di Green Pass oppure di certificato di esenzione dalla vaccinazione. I minori di 12 anni sono esenti dall’obbligo di certificazione.

Il ritrovo per i partecipanti è alla statua del Beato Serafino Morazzone all’angolo tra via del sarto e via ai Mulini. La visita è gratuita, con la possibilità di lasciare un’offerta libera.

E’ possibile prenotarsi qui: https://tinyurl.com/visitebeatoserafino oppure inviando una mail a museobeatoserafino@gmail.com

Il museo

Il museo del Beato Serafino ha sede nella canonica della chiesa parrocchiale di Chiuso, al piano terra dell’edificio abitato per 49 anni da don Serafino (1747-1822). Nel 1773, appena ordinato sacerdote, don Serafino raggiunse Chiuso, la sua parrocchia di destinazione, e non la abbandonò più. Il museo accoglie al suo interno testimonianze della vita di don Serafino, dei suoi rapporti con Alessandro Manzoni e della venerazione successiva per questa esemplare figura di sacerdote ambrosiano.

La canonica di Chiuso è a pieno titolo tra i luoghi manzoniani più autentici di Lecco. Nella sala principale è conservato un affresco del 1867 di Casimiro Radice, che rappresenta la conversione dell’Innominato, scena dei Promessi Sposi ambientata da Manzoni proprio nella canonica del suo amico “buon curato di Chiuso”, celebrato esplicitamente nella prima edizione del romanzo.

Le visite sono inserite nel progetto “Lecco da scoprire” con il contributo di Fondazione Comunitaria del Lecchese e Lario Reti Holding