“Sorry we missed you”: una denuncia pesante sul lavoro che distrugge la vita (e le famiglie)
La rassegna proseguirà lunedì 19 luglio con “Un affare di famiglia”
LECCO – “Sorry we missed you” ovvero “Ci dispiace non averti trovato” è la frase che si trova sul bigliettino che viene lasciato quando non si può effettuare la consegna a domicilio. Un biglietto che il protagonista lascia sui portoni delle case, ma che utilizza anche nel finale per “accompagnare” il messaggio che lascia sul tavolino alla moglie Abbie e ai figli Liza Jane e Sebastian prima di uscire (per un’ultima volta?) su quel maledetto furgone che utilizza per il suo lavoro.
Ma “Sorry we missed you”, titolo del bellissimo (e durissimo) film di Ken Loach protagonista della seconda serata del cineforum “Ma che film la vita!” – organizzato da Confcommercio Lecco e Parrocchia di San Nicolò – sta anche a significare, come ha ricordato il Prevosto don Davide Milani, che “noi ci siamo dimenticati di voi”. Di voi lavoratori precari che consegnate pacchetti ogni giorno e a ogni ora (evidenti i riferimenti ad Amazon…). Di tante persone (non solo a Newcastle, in Inghilterra, dove il film è ambientato) che sono costrette a una vita assurda, solo apparentemente indipendente, senza orari e con ritmi insostenibili, che mettono in profonda crisi la famiglia.
Un ritratto davvero impietoso della Gig Economy, che ha catturato l’attenzione degli oltre 200 spettatori presenti (che non si sono fatti scoraggiare da qualche goccia di pioggia a inizio serata) lunedì 12 luglio presso l’oratorio San Luigi per il secondo film della rassegna. A dialogare sui temi sollevati dalla pellicola oltre a don Davide Milani, anche il giornalista del Corriere della Sera, Giampiero Rossi, esperto di tematiche economiche e del lavoro. Prima dell’inizio della proiezione ha portato i saluti anche un rappresentante di Confcommercio Lecco.