Lo spettacolo di Giacomo Poretti apre la Festa della Madonna del Rosario

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Giacomo Poretti e il prevosto di Lecco, Mons. Davide Milani

L’attore del noto trio comico, a Lecco con uno spettacolo su Guareschi

L’evento con Giacomo Poretti apre i festeggiamenti della Madonna del Rosario: “Riscoprire il senso di comunità”

 

LECCO – “E’ la prima volta che recito in una basilica, poi da qui, vicino all’altare, mi verrebbe voglia di benedirvi, ma non lo faccio”. Con la simpatia che tutti conoscono, Giacomo Poretti ha aperto lo spettacolo che inaugura la Festa della Madonna del Rosario, a cui è dedicata la comunità pastorale di Lecco.

Cultura e tradizione nella ricorrenza, la seconda festa cristiana più importante in città dopo quella del patrono San Nicolò, celebrata anche quest’anno con eventi pubblici e cerimonie religiose.

Sabato è lo spettacolo di Giacomo Poretti ad iniziare i festeggiamenti, seguito in serata dal concerto corale della Famiglia Sala, sempre in basilica, organizzato dall’associazione Harmonia Gentium. Domenica è prevista la santa messa nel pomeriggio seguita dalla processione per le vie del centro storico.

Riflettiamo sulla comunità

“Con questa festa celebriamo l’unione di tre parrocchie – San Nicolò, Santi Materno e Lucia di Pescarenico e San Carlo di Malgrate al Porto – che tanti anni fa hanno deciso di proseguire insieme il loro cammino” ha ricordato il prevosto mons. Davide Milani.

I due momenti artistici, offerti gratuitamente alla cittadinanza con prenotazione obbligatoria per via delle norme anti-Covid,“non sono momenti di divertimento ma da riflessione – ha sottolineato mons. Milani – vogliamo riscoprirci comunità”.

“Abbiamo sperimentato una tensione strana nei mesi della pandemia. Ricordiamo tutti i primi giorni in cui siamo stati costretti nelle nostre case e l’esplosione di solidarietà verso il prossimo, la voglia di aiutarsi, poi siamo tornati a qualche scampolo di vita e adesso pare che tutto sia tornato come prima, eppure c’è una frattura: sembra sia venuta meno la voglia di scommettere sulla comunità, sembra prevalere la voglia di starsene in disparte, nelle proprie case, di pensare per se stessi. Questo è l’effetto più grave del contagio, per il quale non bastano le mascherine ma serve un vaccino che ci aiuti a vincere le ritrosie, che ci faccia tornare a pensare insieme e a capire che da soli non si va da nessuna parte”.


Riscoprire i valori

“Intanto è già un motivo di orgoglio fare ‘sold out’ in Basilica con il prevosto – ha scherzato Giacomo Poretti prendendo parola – e sono felice di essere qui, Lecco è una città a cui sono molto legato fin dall’infanzia”.

 

L’attore ha poi spiegato il motivo che lo ha spinto a proporre questo spettacolo: “Perché Guareschi? Perché un classico, conosciuto dalla comunità attraverso le sue opere. Don Camillo e Peppone sono figure entrate nella memoria di tutti, attraverso di loro Guareschi ci ha raccontato, facendoci divertire, una comunità che oggi non c’è più, facendo convivere due anime che sembravano inconciliabili, il mondo della fede e quello del comunismo, eppure è riuscito a metterle in contatto, a mostrarci l’umanità e qui principi come l’onestà, la fermezza dei principi, il rapporto tra fede e persone, cose che oggi sembrano svanire e che dobbiamo riscoprire”.