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LECCO – E’ partita anche a Lecco la raccolta firme lanciata dal comitato “Sì alla fine dell’austerità” per i quattro quesiti referendari contro le rigide politiche su bilancio e Fiscal Compact, il trattato sulla stabilità firmato dai Paesi dell’Unione europea nel 2012.
Entro 25 settembre si dovranno raccogliere almeno 500 mila firme a livello nazione e a Lecco si è cominciato sabato mattina con un banchetto in via Roma. Obiettivo territoriale è quello di raggiungere quota 3 mila adesioni. A partecipare all’iniziativa partiti politici come Sinistra Ecologia e Libertà, alcuni esponenti del PD e il sindacato della CIGL.
“SEL ha aderito convintamente perché siamo convinti che se vogliamo migliorare la situazione del lavoro non bisogna intervenire sul mercato e flessibilizzarlo, bisogna invece sbloccare gli investimenti pubblici – spiega Tino Magni – Ora, con queste politiche, non solo non si fanno investimenti ma anche nei prossimi anni lo Stato dovrà chiedere agli italiani altri soldi in tasse per farvi fronte”.
I quattro quesiti vogliono abrogare alcuni passaggio della legge 243 del 2013 che, come spiegato dai promotori della raccolta firme, imporrebbero vincoli aggiuntivi rispetto alle normative europee e al Fiscal Compact.
“Le politiche europee rischiano di avere conseguenze pesantissime per un Paese come il nostro che ha un debito molto elevato, politiche che continuano sul versante dell’austerità rischiano di non permetterci di affrontare i problemi che abbiamo – ha sottolineato il segretario provinciale della Cgil, Wolfango Pirelli – Come sindacato rappresentiamo il mondo lavoro e sappiamo che questi tipi di politiche pensano su questo in modo sempre più forte; l’assenza di politiche diverse non ci permette di creare sviluppo e piani per l’occupazione. Se non riusciamo ad ottenere quelle flessibilità monetarie e finanziarie necessarie, l’Italia non sarà in grado di fare politiche di crescita”.
I QUATTRO QUESITI PROPOSTI:
